Cecità: un percorso hi-tech, tattilo-plantare-vocale da oggi accompagnerà i non vedenti presso un ambulatorio ospedaliero a loro dedicato. Accade a Roma, presso il Policlinico Gemelli, dove ha sede il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione visiva degli Ipovedenti. Si tratta di un percorso di circa 500 metri.
E’ il primo servizio di questo tipo installato in un ospedale italiano ed è stato fortemente voluto dall’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità IAPB Italia onlus, ovviamente con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Ministero per la Salute.
D’ora in poi, almeno in questo contesto i disabili visivi potranno muoversi in libertà ed autonomia, senza barriere, cosa che dovrebbe essere normale nella vita quotidiana, ma che non lo è neppure quando ci si deve rivolgere a strutture specialistiche.
Sono troppo poche ancora le strutture sanitarie che offrono questo tipo di sensibilità abbinata a professionalità.
Il percorso, presentato ieri, è lungo circa 500 metri ed inizia dall’ingresso del nosocomio romano. Consiste in un tracciato di sensori applicati alla pavimentazione, che dialogano con uno speciale bastone elettronico che a sua volta “gira” le informazioni al cellulare del paziente disabile visivo, via blutooth attraverso una voce sintetica.
In Italia secondo l’Istat, i ciechi sono circa 362 mila, affiancati da almeno un milione e mezzo di ipovedenti. Presso l’Istituto di Oftalmologia del Policlinico Gemelli, vengono visitati e curati più di 1000 pazienti ogni anno.
Il percorso Vettore Evolution ed il sistema Sesamonet abbinato, sono frutto di una ricerca sostenuta dall’Unione Italiana Ciechi e realizzata con il Joint Research Center della Commissione Europea. Si tratta dunque di una iniziativa ad ampio respiro, internazionale, una delle tante tra quelle che verranno presentate fra circa un mese in occasione della Giornata mondiale della vista.
La vita è più semplice con un pò di civiltà e tecnologia in più. Piccole cose che fanno la differenza. Non trovate?
[Fonte: Policlinico Gemelli]