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Contro l’Alzheimer arriva Brainer, un software per allenare la mente

Contro l’Alzheimer e le altre patologie neurologiche arriva Brainer, un software che si basa sul concetto di plasticità cerebrale, ovvero sulla capacità del cervello di modificare la propria struttura in seguito ai normali processi di sviluppo dell’individuo o attraverso l’interazione con l’ambiente.

Proprio sulla scia del successo del concetto di plasticità cerebrale, si sono diffusi i cosiddetti programmi di ginnastica per il cervello, in grado di rafforzare la memoria, l’attenzione e la velocità di elaborare le informazioni. Gli esercizi proposti da Brainer, prevedono l’impiego del touch-screen in modo da agevolare l’utilizzo del mezzo informatico per i pazienti con deficit di varia natura, soprattutto in contesti come quello ospedaliero o domiciliare.

Come spiega il Prof. Giuliano Geminiani, Docente di Neuropsicologia Clinica presso il Dipartimento di Psicologia Università di Torino:

Il concetto di training cognitivo si basa sul presupposto che attraverso una serie di esercizi ripetuti gli individui possono migliorare qualsiasi prestazione mentale, analogamente a quello che avviene per il sistema motorio grazie all’esercizio sportivo. Un training cognitivo clinicamente validato non solo migliora le prestazioni cognitive in compiti specifici, ma determina un aumento della plasticità cerebrale, che è il principale presupposto di una più ampia possibilità di riabilitazione delle funzioni intellettive.

Nonostante le conoscenze sui meccanismi responsabili della degenerazione e della morte dei neuroni nel morbo di Alzheimer siano oggi ancora poco noti, è ceto che l’esercizio fisico, il controllo del peso, una vita socialmente attiva, una dieta corretta e l’attività mentale abbiano un effetto protettivo. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato come il training cognitivo sia in grado di ritardare sensibilmente il declino cognitivo e funzionale.

Tra i primi studi sull’efficacia dell’intervento computerizzato su soggetti affetti da Alzheimer, va ricordato quello di Gunther, da cui sono emersi gli effetti positivi sulla memoria episodica e sulla working memory in pazienti anziani, con declino cognitivo legato all’età. Da allora, sono state condotte molte ricerche e la letteratura scientifica conferma già da diversi anni gli esiti positivi dell’utilizzo del training cognitivo computerizzato sia nel declino intellettivo legato all’avanzare dell’età, che nell’ambito dei disordini psichiatrici.