Come abbiamo già ripetuto più volte, le ondate di calore rappresentano un pericolo ancora maggiore per i soggetti a rischio: malati cronici, diabetici, anziani e bambini, più esposti e meno tolleranti alle temperature eccessive.
Oggi parliamo nello specifico del comportamento e delle precauzioni che devono adottare i pazienti affetti da malattie respiratorie croniche per evitare conseguenze sulla salute in questi torridi mesi estivi.
Lo facciamo seguendo i preziosi consigli dispensati dallo pneumologo sul sito del Ministero della Salute. L’esperto spiega che, se in condizioni normali la termoregolazione del corpo è garantita dalla sudorazione, in climi afosi questo meccanismo si fa più difficoltoso, a causa dell’alta percentuale di umidità presente nell’aria, che ostacola ogni processo fisico di evaporazione. In queste condizioni, viene aumentato il livello di espulsione di vapore con la respirazione, rendendo il respiro più gravoso.
In città, inoltre, gli inquinanti, a causa delle alte temperature, reagiscono con l’acqua presente nell’aria e vanno a formare degli acidi, pericolosi per le vie respiratorie e per tutti, ma in particolar modo per gli asmatici e per i pazienti colpiti da patologie respiratorie ostruttive (BPCO) o per i cardiopatici affetti da insufficienza ventricolare e/o ipertensione polmonare da insufficienza valvolare. Nei casi peggiori, l’inalazione di queste sostanze può scatenare crisi di asma o aggravare una crisi respiratoria di origine cardiaca.
Nell’aria afosa si vengono inoltre a formare maggiori concentrazioni di ozono. I cardiopatici e gli asmatici possono subire un aggravio di lavoro cardiaco di pompa (per garantire una sufficiente circolazione di sangue ossigenato dai polmoni) e rischiano un peggioramento della situazione cardiocircolatoria.
Se il malato cronico è in villeggiatura, al mare o comunque lontano dalla città, i rischi diminuiscono perché l’inquinamento decresce e viene meno anche il fenomeno del surriscaldamento urbano. Per chi resta in città lo pneumologo consiglia di adottare alcune precauzioni per evitare inconvenienti:
- Consiglio che abbiamo ripetuto più volte, valido per tutti: non uscire e non fare sport tra le 12 e le 17, le ore più calde della giornata.
- In casa, dotarsi di ventilatore o di climatizzatore con deumidificatore, che abbassano il tasso di umidità della stanza e alleviano le difficoltà respiratorie. Ricordarsi sempre, però, di tenere puliti i filtri. Se si passa da un ambiente torrido ad uno con aria condizionata, meglio coprirsi. Il termostato va regolato a non meno di 25°C. circa. E’ importante perché, soprattutto nei pazienti asmatici, si può verificare una crisi respiratoria quando si passa da locali troppo freddi ad ambienti molto caldi ed umidi. Attendere almeno 5-10 minuti prima di transitare da un locale fortemente condizionato ad una stanza calda, per far sì che l’organismo si adatti gradualmente.
- Ripararsi sempre dal sole: la testa va protetta con un cappello leggero, di cotone o di paglia, e in auto montare tendine parasole.
Un discorso a parte meritano i farmaci: bisogna chiedere al medico indicazioni riguardo agli effetti mutevoli dei medicinali che si assumono, in caso di disidratazione, esposizione al sole ed alte temperature.
Stando al parere dell’esperto, i farmaci normalmente prescritti per le malattie respiratorie ostruttive, vale a dire broncodilatatori per via inalatoria e cortisonici per via inalatoria possono essere assunti tranquillamente. I cortisonici per bocca o per flebo, invece vengono somministrati dal medico curante solo in casi di urgenza.
Vale lo stesso per la teofillina assunta per flebo, mentre si deve assumere anche nel periodo estivo la teofillina per via orale, perché la terapia non può essere interrotta. Tuttavia, meglio effettuare controlli più frequenti del dosaggio.
Consultare il medico per i farmaci che modificano la loro efficacia con il caldo: antistaminici, anti-ipertensivi e diuretici.
[Fonte: Ministero della Salute]