I ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze e Scienze della Salute presso l’Università di Almería, Spagna, e dell’Ospedale Torrecárdenas stanno effettuando una valutazione delle caratteristiche fisiche neuropsicologiche dei bambini nati prima della 32esima settimana o il cui peso è inferiore a 1500 grammi, dunque molto prematuri. L’obiettivo principale di questo progetto, coordinato da Dolores Roldán Tapia, è quello di definire con precisione l’origine del danno cerebrale, in modo da stimolare l’area colpita, provocando così l’adeguato sviluppo cognitivo e motorio dei neonati.
La più comune preoccupazione tra i neonati prematuri e quelli nati dopo un periodo di nove mesi di gravidanza è principalmente legato alle competenze visopercettive, la memoria e il movimento che si traducono in apprendimento e difficoltà di orientamento spaziale. Questo è il motivo per cui le difficoltà che questi bambini hanno nelle loro performance cognitive e nello sviluppo delle funzioni percettive ed esecutive sono oggetto di studio.
Un campione di 35 bambini prematuri è stato osservato per questo progetto, insieme con lo stesso numero di bambini sani, tutti i nati tra il 2000 e il 2001. Particolare attenzione è stata dedicata al fatto che sia i bambini che i loro genitori avevano simili livelli educativi e sociali, come la stimolazione che ricevono nelle prime fasi della loro vita, la quale ha un peso decisivo nel loro successivo sviluppo.
I risultati ottenuti finora rivelano che la variabile decisiva per l’esistenza di una reversibilità o irreversibilità dei danni al cervello è il peso del bambino alla nascita, piuttosto che il tempo di gestazione. Secondo gli esperti, una stimolazione precoce dei singoli nervi del sistema centrale, dalla nascita fino al suo completo sviluppo cognitivo a 16 anni di età, avviene se al momento della nascita il peso dei bambini supera il chilo e mezzo, anche se sono molto prematuri. Tuttavia, questo stimolo deve essere continuato per tutto l’intero sviluppo dei bambini il cui peso è inferiore a 1.500 grammi, in modo che possano maturare adeguatamente il cervello.
Nel prossimo futuro, il team di ricercatori dell’Università di Almeria tenterà di espandere la ricerca verso nuove variabili come, per esempio, la differenza nel cervello tra i bambini nati naturalmente e le nascite multiple con tecniche artificiali, o l’interazione tra pre-maturità e cattiva nutrizione.
[Fonte: Sciencedaily]