Nei prematuri la voce della mamma funziona come un antidolorifico capace di ridurre la sensazione di dolore nel momento in cui viene sottoposto: è questo il curioso risultato di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Voce della madre allevia il dolore
La ricerca, condotta da una squadra di scienziati dell’Università di Ginevra e di quella della Val d’Aosta, si è svolta con l’appoggio dei ricercatori dell’ospedale Parini di Aosta e ha reso possibile notare come la voce della madre sia di conforto e sia capace di far scemare anche parzialmente il dolore in quei neonati che nati prematuramente provano quando sono sottoposti a procedure necessarie e salvavita. Quando nascono pretermine, i bambini vengono ricoverati in terapia intensiva e tenuti in incubatrice per diverse settimane.
Durante questo periodo vengono sottoposti a diverse tipologie di procedure mediche su base quotidiana come l’intubazione, i prelievi di sangue, il sondino di alimentazione, senza che possano venire utilizzati troppi farmaci antidolorifici per evitare che possa risultarne compromesso lo sviluppo neurologico. E sebbene diverse ricerche abbiano già mostrato come la presenza dei genitori abbia sui figli un effetto calmante in generale grazie alla voce e alle sue modulazioni di tipo emotivo, è la prima volta che ci si concentra sulla voce della madre, presenza praticamente continua vicino al bambino nei primi giorni.
Meno dolore e maggiore produzione ossitocina
In questo specifico studio è stato possibile rilevare che nel momento in cui la mamma parla con il figlio nato prematuro i suoi segnali di espressione di dolore subiscono un calo sensibile e che la produzione di ossitocina, ormone coinvolto anche nell’attaccamento del bambino alla madre, cresce in modo sostenuto. I ricercatori sono giunti a queste conclusioni dopo aver seguito venti neonati prematuri ricoverati all’ospedale Umberto Parini di Aosta. I medici hanno chiesto alle madri di essere presenti durante le analisi del sangue. Lo studio è stato condotto in tre fasi nell’arco di tre giorni e nello specifico ha riguardato un prelievo fatto senza la madre, uno mentre parlava e un altro mente cantava.
Utilizzando il Preterm Infant Pain Profile (PIPP), che stabilisce una griglia di codifica tra 0 e 21 per le espressioni facciali e i parametri fisiologici relativi alle sensazioni dolorose del bambino i ricercatori hanno riscontrato che il valore era di 4,5 quando la madre era assente, scendeva a 3 quando parlava, e risaliva a 3,8 quando cantava.
Segno che le parole, capaci di essere modulate nel corso del parlare, riuscivano a consolare il bambino in modo più efficace.