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8 Marzo, la salute e la sicurezza delle donne sul lavoro

 L’8 marzo si celebra la festa della donna. Una commemorazione nata per ricordare le 129 operaie della ditta statunitense tessile Cotton arse vive sul luogo di lavoro nel 1908 perché in sciopero contro delle condizioni lavorative prive di sicurezza. Ed è proprio in concomitanza con questa celebrazione che l‘Associazione Nazionale tra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro ha deciso di presentare  le proprie considerazioni sulle attuali condizioni di salute della donna sul lavoro.

Parliamo del II Rapporto ANMIL dal titolo “Donne, lavoro e disabilità: tra sicurezza e qualità della vita“. Uno studio nato per volontà delle esponenti femminili dell’associazione, le quali hanno focalizzato la loro attenzione sul rapporto “donne-infortuni”  sia dal punto di vista normativo che statistico. Proponendo al contempo alcune soluzioni per migliorare la sicurezza delle donne sul posto di lavoro e contribuendo quindi al mantenimento ed al miglioramento del loro stato di salute.

Nel report vengono aggiornati quelli che sono i dati statistici del problema: occupazione, infortuni e patologie ricorrenti. Ampliando però lo sguardo verso un tema ancora poco dibattuto: quello della disabilità e dello scarso accesso che le donne affette hanno all’occupazione. Il quadro italiano è risultato particolarmente complesso. Pur essendo presenti a livello legislativo delle norme tutelanti la salute e la sicurezza  delle donne ed il loro approccio all’impiego, le stesse vengono scarsamente applicate, non garantendo in tal modo il giusto ingresso nel mondo del lavoro a tutte quelle donne affette da disabilità più o meno pronunciate : si registra infatti un laconico 11% rispetto al 29% di occupazione maschile a pari condizioni.

D’altro canto però parziali vittorie sono state riscontrate per ciò che riguarda la salute “sul” posto di lavoro per la categoria femminile. Gli infortuni si sono mantenuti su una soglia essenzialmente stabile (nel 2010 sono stati rilevati 245mila infortuni contro i 244mila del 2001, n.d.r.) e la mortalità femminile è scesa del 38%, passando dai 127 casi del 2001 ai 78 del 2010. Piccola nota: deve essere sottolineato che nel caso degli infortuni la maggiore percentuale (61,8%) viene registrata nel percorso “casa-lavoro”.

La soluzione ventilata  dal rapporto ANMIL è quindi quella di una proposta di legge in grado di favorire l’inserimento della donna nel mondo del lavoro, a prescindere dal suo grado di disabilità, favorendo contemporaneamente l’abbattimento degli infortuni ritenuti conseguenza del forte stress al quale la stessa è sottoposta. Un traguardo raggiungibile attraverso risarcimenti adeguati in caso di incidenti ed un supporto psicologico gratuito in caso di necessità.

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