Vi abbiamo già parlato ieri di come e perché si effettua un raschiamento uterino dopo un aborto spontaneo. In realtà questa procedura chirurgica, a noi essenzialmente nota per tale eventualità terapeutica, ha anche altre indicazioni. E’ importante inoltre capire cosa accade all’organismo femminile dopo un raschiamento. Cerchiamo di comprendere insieme, il tutto.
Il raschiamento diagnostico
Si può procedere al raschiamento (o D&C, Dilatazione e Curettage) per avere la diagnosi di alcune patologie, in presenza di sintomi non specifici. E’ il caso delle perdite di sangue continue di cui non si trova causa, o quello di un sospetto polipo nella cavità uterina, se non peggio, nel dubbio di un tumore all’utero, o nel caso in cui si ipotizzi una tubercolosi genitale.
Il raschiamento terapeutico
Il raschiamento però può avere anche scopi terapeutici: quando per l’appunto si è evidenziata un’alterazione della mucosa uterina, ad esempio un polipo, e va tolto, in caso di iperplasia endometriale, o come già spiegato, in seguito ad un aborto (spontaneo o volontario) con lo scopo di pulire la cavità uterina da residui di placenta o fetali.
Cosa accade dopo un raschiamento?
La maggior parte delle donne rimane in ospedale il tempo di una giornata, per effettuare il raschiamento, o al massimo 24-36 ore. Spetta al medico ginecologo stabilire se c’è necessità di una degenza più lunga che comunque non supera mai i tre giorni. E’ poi necessaria una terapia antibiotica preventiva, oltre alla somministrazione di alcuni farmaci come l’ibuprofene per contrastare il dolore post operatorio: crampi essenzialmente, come quelli del ciclo mestruale. Entro 24 ore si può comunque tornare alle normali attività, anche se vanno evitate quelle più pesanti e dopo una settimana anche al lavoro. Il sanguinamento può durare invece anche una quindicina di giorni. Vanno evitati, almeno per lo stesso periodo, sia le lavande vaginali che i rapporti sessuali (il ginecologo a seconda dei casi potrà dare informazioni personalizzate). Lo stesso vale per i tamponi vaginali. Il ciclo mestruale tornerà normale dopo 2-6 settimane, ma sempre il medico specialista potrebbe consigliare per qualche periodo, l’utilizzo di un anticoncezionale. Un raschiamento non preclude la possibilità di una gravidanza subito dopo (quindi, amiche di Medicinalive siate tranquille in questo senso). Non rimangono cicatrici visibili.
Sintomi preoccupanti dopo un raschiamento
Il raschiamento è un intervento chirurgico a tutti gli effetti e può dunque avere delle complicanze spiacevoli, seppur rare. Ecco quali sintomi devono indurre le donne a chiamare il proprio ginecologo, dopo un intervento di D&C:
- Vertigini e/o svenimenti
- Sanguinamento e dolori addominali che si protraggono per più di 2 settimane
- Sanguinamento tra una mestruazione e l’altra o flusso troppo abbondante ( il parametro di riferimento è il riempimento di un assorbente intero in meno di un ora)
- Dolore addominale molto forte
- Febbre alta
- Cattivo odore intimo