Prende un calmante prescritto dalla guardia medica e perde il bambino di sette mesi che portava in grembo. Un aborto inspiegabile per il quale una mamma di 34 anni della capitale vuole una spiegazione? Di chi è la colpa? Sarebbe accaduto comunque?
I tragici fatti si sono svolti lo scorso 24 aprile e purtroppo sono la dimostrazione di quanto sia necessario maneggiare con cura la salute in gravidanza sia per il bene delle gestante che del nascituro. Ancora non è dato sapere se sia stato il calmante prescritto a causare questa triste fatalità. Quel che si sa è che la donna quel giorno aveva manifestato un gonfiore insolito e pronunciato alle gambe ed alle braccia e uno stato di pressione alta abbastanza sensibile. Si tratta di sintomi correlabili alla gestosi. Ed uno stato di preeclampsia, come è noto, può portare addirittura al decesso del bambino e della madre se non curato. La donna presentava poi dei forti dolori. La guardia medica chiamata per assistenza ha prestato soccorso immediatamente, ma invece di spingere al ricovero, secondo le ricostruzioni ha prescritto un calmante alla gestante.
La situazione, dopo l’assunzione del medicinale, si è aggravata. La donna ha subito una forte perdita di sangue e di liquidi. Dopo aver allertato nuovamente il medico, la gestante è stata poi condotta in ospedale dove, nonostante il cesareo d’urgenza e gli sforzi impiegati dai medici, la bambina che aspettava è deceduta. Il feto ora verrà sottoposto ad autopsia per verificarne le effettive cause della morte.
Nel corso della gravidanza l’assunzione dei medicinali deve essere strettamente collegata alla necessità di un intervento farmacologico. Non entreremo nel merito del caso, ma ci sentiamo di suggerire, in caso di simili sintomatologie, di andare immediatamente al pronto soccorso o di chiamare il servizio medico di emergenza (118): la gestosi è una patologia molto grave che può rivelarsi fatale. E’ bene non perdere tempo.
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