La sigla OGM, utilizzata per indicare Organismi Geneticamente Modificati tramite avanzate tecniche di ingegneria genetica, spesso spaventa perchè, nonostante le modificazioni di questo tipo siano antichissime, prima inconsapevoli e praticate poi già nel ‘900, non si conoscono ancora con certezza i suoi effetti. L’utilizzo di OGM riguarda numerosi settori che spaziano dall’alimentazione, all’industria ed agricoltura e l’ultima frontiera è l’impiego di questi organismi nel campo della medicina e dei farmaci.
L’ultima novità si chiama biopharming e consiste nella coltivazione di piante ed organismi vegetali destinati a curare alcune importanti patologie. Questi nuovi prodotti, non ancora disponibili, ma riconosciuti dai primi trial clinici, si basano su molecole compatibili con la fisiologia umana, meno rischiosi per la salute e che, inoltre, vengono prodotti anche con processi più economici. Il futuro della medicina, insomma, potrebbe essere legato alle piante ed alle nuove tecniche di genetica per la produzione di OGM.
Anche se è un argomento piuttosto recente, sono già quasi venti anni che si riconoscono le potenzialità del biopharming e si lavora per affinare le tecniche. Basta pensare, infatti che l’ UE ha stanziato 12 milioni di euro per condurre le prime sperimentazioni cliniche con organismi OGM che ha coinvolto un network pubblico e privato di circa 12 Paesi. L’attenzione a queste nuove scoperte arriva anche dall’ Italia, prescisamente dall’ l’Agenzia per la sicurezza alimentare dell’Unione Europea di Parma (Efsa), ma anche da alcuni colossi farmaceutici come la Bayer.
L’azienda tedesca ha partecipato ad uno studio condotto in collaborazione conl”Università di Stanford, che prevedeva il prelievo di anticorpi da 16 malati di linfoma,la loro combinazione con il virus del tabacco e quindi l’innesto sulle piantagioni che hanno prodotto gli anticorpi adatti. Quest’ultimi sono stati somministrati ai malati e la reazione immunitaria è stata più che soddisfacente, essendo efficace nel 47% dei soggetti. Anche gli effetti collaterali, spesso temuti in questo tipo di terapie, sono stati quasi nulli. Questo dimostra non solo la potenzialità del biopharming, ma la possibilità di realizzare terapie ancora più personalizzate e specifiche.
L’altro vantaggio, davvero importante, è dato dall’enorme risparmio garantito dall’impiego di OGM: una rivista specializzata ha infatti pubblicato un dato interessante in cui evidenzia come produrre un grammo di bevacizumab, principio attivo del medicinale Avastin impiegato nelle neoplasie, costi intorno ai 150 dollari, cifra che si riduce drasticamente toccando gli 0,05 dollari utilizzando invece le piante, più economiche ancora rispetto le tecniche che impiegano gli animali.
[Fonte: Salute-Espresso.it]