Il rischio di infarto può essere collegato ad un intestino infiammato? Lo suggeriscono i ricercatori della Mayo Clinic di Rochester negli Stati Uniti, per i quali soffrire di colite ulcerosa, del morbo di Crohn o altre patologie a suo carico faccia aumentare sensibilmente le possibilità di incappare in un infarto od in un ictus.
La salute dell’intestino, è risaputo, è collegata al nostro benessere fisico, e la tentazione degli scienziati di verificare una possibile correlazione tra l’infarto e le patologie intestinali è più che giustificabile. La ricerca dedicata è stata recentemente presentata all’annuale appuntamento con l’ American College of Gastroenterology di San Diego. La squadra del professore Siddharth Singh, non nuovo a questo tipo di studi, ha deciso di analizzare in modo revisionale nove ricerche precedentemente condotte in modo tale di avere a disposizione circa 150 mila casi di malattie infiammatorie dell’intestino. Tra di loro, è emerso, un rischio oscillante tra il 10% ed il 25% di sviluppare malattie cardiache rispetto a coloro che non soffrivano ad esempio di colite ulcerosa o morbo di Crohn.
Ricordiamo che tra i sintomi più comuni di queste condizioni vi sono dolori addominali, perdita di sangue dal retto, diarrea, perdita di peso e febbre. E’ necessario poi sottolineare per completezza di informazione che oltre all’esistenza di questa correlazione (sebbene non sia stato possibile trovare una correlazione causa-effetto al momento, N.d.R.),vi sono diversi fattori che possono esacerbare il rischio di infarto partendo dall’infiammazione dell’intestino come il fumo di sigaretta ed una dieta scorretta scarsa in fibre e in vitamine e ricca in grassi, fritti e alimenti acidi.
E’ bene quindi agire sempre in modo tale da mantenere la propria flora batterica in salute, evitando di indulgere in comportamenti che non solo possono portarci a fare del male al nostro apparato gastrointestinale ma anche a mettere a rischio il nostro cuore ed in questo modo la nostra vita.
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