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Scompenso cardiaco, antinfiammatori tra le cause?

Gli antinfiammatori causano scompenso cardiaco? Nel mirino di una indagine condotta dalla Università di Milano-Bicocca e pubblicata sul British Medical Journal, finiscono alcuni medicinali in particolare che avrebbero come effetto quello di danneggiare il regolare funzionamento del cuore.

Sotto accusa alcuni degli antinfiammatori più utilizzati: ibuprofene, diclofenac, indometacina, ketorolac. Lo studio, condotto su un campione di 92.163 pazienti ricoverati per scompenso cardiaco nelle strutture ospedaliere di 4 Paesi (Italia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito) hanno evidenziato un unico comun denominatore: l’utilizzo, da parte dei ricoverati, di alcuni medicinali antinfiammatori per il trattamento del mal di testa e di piccoli disturbi comuni.

SCOMPENSO CARDIACO ACUTO O CRONICO, SINTOMI E TERAPIA
Analizzando il legame tra quantità di medicinali assunti e problemi al cuore riscontati nei pazienti, gli autori sono giunti alla conclusione che il rischio di ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco è strettamente dipendente dal dosaggio degli antinfiammatori presi spesso senza nemmeno il parere di un medico (perché in molti casi si tratta di medicinali da banco per i quali non viene nemmeno richiesta la ricetta medica). Lo studio porta alla luce anche altri importanti dati: chi ha usato nelle ultime due settimane questi tipi di medicinale, corre un rischio di ricovero maggiorato del 19% rispetto a chi ha utilizzato per l’ultima volta uno di questi farmaci più di 183 giorni prima. Alberico Catapano, ordinario di Farmacologia presso l’Università Statale di Milano e direttore del Centro Studio Aterosclerosi dell’Ospedale Bassini, ha affermato che

trattandosi di uno studio di popolazione ha il vantaggio dei grandi numeri ma sono inevitabili alcuni errori che possono essere dovuti, per esempio, alla selezione dei pazienti. Tuttavia, le conclusioni sono chiare e riconfermano che esiste una forte relazione tra i farmaci antinfiammatori e lo scompenso cardiaco

Ma si può dunque affermare con certezza che un uso misurato di antinfiammatori possa causare patologie legate al cuore come appunto lo scompenso cardiaco? Non tutti i cardiologi sono d’accordo e sottolineano che il rischio di questa indagine è quello di allarmare oltremodo. Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia, parla di nessun nesso fisiopatologico tra le due variabili oggetto di studio. Alcuni di questi medicinali antinfiammatori possono influire sul meccanismo di formazione della placca e sulla capacità di autoregolazione della vasodilatazione, ma non basta per dire che sono causa di scompenso cardiaco.

Fonte | Università Bicocca

Foto | Thinkstock