400 milioni. A tanto ammonta il numero di persone obese o in sovrappeso in Europa, 20 milioni solo in Italia, un terzo della popolazione. Numeri enormi, che fanno paura, in quanto l’obesità favorisce l’insorgere di diverse malattie, le quali possono anche portare a morte precoce.
Per questo la scienza inventa ogni giorno nuovi metodi per guarire da questa che è una vera e propria patologia, ma si è capito che se è possibile perdere peso con diete ed esercizio fisico quando si è in sovrappeso, non è altrettanto semplice farlo quando di chili se ne hanno tanti in più. Quando poi l’obesità è considerata grave, allora entrano in gioco altri fattori, primo tra tutti, la chirurgia.
Per questo ieri, presso il Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castel Volturno è stato inaugurato il Centro di Chirurgia Bariatrica, in risposta alle richieste d’aiuto che provengono da una Regione, come la Campania, che registra il più alto tasso di obesità d’Italia, ma che sarà in grado di rispondere anche alle richieste della popolazione Meridionale, dove tali eccellenze sono molto poche, ma purtroppo l’obesità è presente allo stesso modo che al Nord.
Il nuovo centro metterà a disposizione dei pazienti letti di degenza specifici, a movimentazione elettrica e con una portata di 300 chili, una sala operatoria dedicata, un’attrezzatura laparoscopica specifica e una rianimazione di 9 posti letto. L’attività principale riguarderà la chirurgia mininvasiva, ma saranno possibili un po’ tutte le operazioni di chirurgia bariatrica tra cui interventi che limitano l’introduzione del cibo (interventi ad azione prevalentemente meccanica quali il bendaggio gastrico regolabile, la resezione gastrica verticale e interventi ad azione funzionale, il bypass gastrico) e interventi che limitano l’assorbimento dell’energia (diversione biliopancreatica).
Per poter accedere a tali interventi bisognerà avere tra i 18 ed i 60 anni di età, un indice di massa corporea (BMI) superiore a 40 (considerato obesità) o tra 35 e 40 in presenza di comorbilità (cioè l’esistenza di due o più patologie specifiche nello stesso individuo) che richiedono il ricovero per poter perdere peso e, in ogni caso, dimostrare di essersi sottoposti ad altri trattamenti medici per perdere peso in passato, ma senza avere successo.
L’impatto dell’obesità grave sulla spettanza di vita è rilevante: l’obesità severa è associata ad un rischio di mortalità a breve termine (5-10 anni) che è almeno doppio rispetto alla popolazione normopeso, in entrambi i sessi. Inoltre, l’aspettativa di vita nella popolazione severamente obesa è ridotta di 9 anni nelle donne e di 12 anni negli uomini
dichiara Luigi Angrisani, Presidente S.I.C.OB. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche) e Direttore U.O.C. Chirurgia Laparoscopica e Mininvasiva, Ospedale San Giovanni Bosco Asl Napoli 1. Ed oggi il nostro Paese ha un nuovo centro specializzato per cercare di combattere questa che oggi è diventata una vera e propria epidemia.