Continuano a salire le persone contagiate dalla diffusione dell’Escherichia coli. Il batterio killer avrebbe infatti fatto altre vittime, tra cui un bebè di poco più di un anno, ora ricoverato in stato di coma presso l’ospedale di Lille, in Francia. Parliamo della stessa regione dove a causa di hamburger contaminati, già altri bambini sono stai ricoverati per l’infezione.
Sono quattro i nuovi casi, per ora considerati solo sospetti, secondo quanto indicano fonti francesi. Il ricovero è avvenuto tra la notte di martedì e mercoledì. Il bimbo in questione, ora in stato comatoso, soffre di sindrome emolitica uremica, conosciuta sotto l’acronimo di SHU, che secondo le autorità sanitarie francese è
molto probabilmente legata al batterio E.coli.
Ulteriori analisi sono ancora in corso per capire a quale ceppo appartenga il batterio. Anche le altre persone ricoverate all’ospedale di Lille sarebbero affette dalla stessa sindrome, anche se forse, in virtù di una maggiore età e resistenza fisica le loro condizioni di salute, da quello che trapela, sarebbero meno gravi.
Da giugno, quando l”epidemia” è stata riconosciuta, sarebbero 14 in francia le regioni colpite, le prime legate al consumo di carne contaminata della marca Steak Country. Al momento, sebbene altri casi siano stati registrati nell’intero stato transalpino, i medici specificano che non si tratta di un contagio relativo allo stesso ceppo presente in Germania che negli ultimi mesi ha causato la morte di 50 persone.
Mentre i contagi in qualche modo continuano ad aumentare, continua il gioco al rimpiattino sulle possibili cause della diffusione del batterio. Ora, ad essere poste sotto la lente di ingrandimento vi sono dei semi di fieno greco provenienti dall’Egitto considerati dagli investigatori dell’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) la fonte del ceppo di E- Coli tedesco. Spiegano gli esperti:
L’analisi delle informazioni provenienti da Francia e Germania porta alla conclusione che un lotto di semi di fieno greco usati per i germogli importato dall’Egitto da un’azienda tedesca è il link più comune anche se altri lotti di fieno greco importati dall’Egitto nel periodo dal 2009 al 2011 potrebbero essere implicati.
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Fonte: Corriere della Sera