Batterio killer, a che punto siamo arrivati? Le notizie continuano ad accavallarsi l’una all’altra ed effettivamente diventa complicato capire cosa effettivamente stia succedendo. Gli ultimi aggiornamenti dalla Germania raccontavano nella giornata di ieri l’individuazione del batterio killer Escherichia coli, nella sua forma pericolosa ovvero quella definita col codice 0104:H4, nelle acque di un ruscello nei dintorni di Francoforte, in prossimità di una fattoria dove era stata individuata insalata contaminata. Non ci sono certezze su come il batterio sia finito in questo flusso d’acqua.
Nonostante ciò i tedeschi sembrano essere tornati all’abituale regime alimentare, anche se con qualche attenzione in più per ciò che riguarda il consumo di carni. E questo argomento ci porta in Francia dove il numero dei bambini ricoverati a causa dell’E.coli è salito ad 8, anche se l’ultimo caso è riferito ad una bimba che non avrebbe mangiato gli hamburger incriminati. Di contro, sono lievemente migliorate le condizioni neurologiche del bambino in coma farmacologico.
L’escherichia coli “francese” però non sembra essere dello stesso ceppo di quello della Germania. Cominciamo allora da capo le spiegazioni: l’escherichia coli è un batterio comune nella flora intestinale degli esseri viventi (uomini o animali sani). Alcuni ceppi sono però particolarmente virulenti e si associano a patologie intestinali ed extraintestinali. Tra questi una tipologia di E.coli, capace di produrre la pericolosa verocitotossina (VTEC), comprendente anche i ceppi enteroemorragici (EHEC) che stiamo imparando purtroppo a conoscere proprio perché responsabili di diarrea emorragica e di sindrome emolitico uremica.
Tra questi il batterio killer (ovvero il ceppo di E.Coli 0104:H4) che ha provocato l’epidemia in Germania: seppur raro era già noto, ma solo nell’intestino umano. Da qui l’ipotesi formulata ieri da alcuni quotidiani locali: il focolaio avrebbe avuto origine dal dipendente di un catering dell’Assia che, per scarsa igiene, avrebbe contaminato i primi cibi. Per precisione si è parlato di forchette sporche. Se consideriamo che l’E.coli si trasmette per via oro-fecale, capite da voi l’importanza del lavarsi le mani!
Il batterio francese invece pur appartenendo alla stessa pericolosa categoria sarebbe molto più comune e conosciuto (con la sigla 0157) già responsabile di vari focolai anche negli Stati Uniti, in concomitanza con l’assunzione di hamburger e carne poco cotta. Non a caso i ricercatori parlano chiaramente di hamburger desease! Ebbene questo ceppo solitamente vive nell’intestino degli animali ( a differenza di quello tedesco) e si trasmette all’uomo perché entra nella catena alimentare (la carne macellata viene a contatto con le feci dell’animale, o verdure vengono annaffiate con acque contaminate da escrementi, ecc). Per questi motivi l’igiene è alla base di tutto. Per il resto occorrono ancora numerosi test per avere una maggiore chiarezza sull’origine di queste infezioni.
Sul fronte italiano i controlli effettuati in questi giorni nonché la vigente normativa sulla sicurezza alimentare e l’etichettatura, sembrano preservare da ogni rischio.
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