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Epidemia di Escherichia coli: individuati i due focolai da cui tutto ha avuto inizio

A tre settimane dall’inizio dell’epidemia che sta mandando nel panico mezza Europa, cominciano a farsi chiari i confini del contagio. Una buona notizia che potrebbe forse ridimensionare il pericolo in quanto circoscrive di molto l’area in cui possono effettivamente essere avvenute le intossicazioni con il nuovo ceppo di Escherichia coli.

Se infatti è ancora fitto il mistero sull’origine del batterio killer, sono stati individuati i due punti da cui è partito, entrambi ad Amburgo. Il primo è stata la festa per l’anniversario del porto cittadino che ha attirato in città un milione e mezzo di visitatori provenienti da tutta Europa. Parte da qui il primo grande contagio che spiega come mai, una settimana dopo, decine di pazienti sono stati ricoverati per dissenteria sia nella città tedesca che in altri Paesi. Molti dei 2000 pazienti registrati in questi giorni, infatti, avevano partecipato alla festa.

Il secondo focolaio invece è stato individuato in un ristorante, sempre della stessa città, accusato di aver contagiato almeno 17 persone (metà delle quali turisti danesi). Tra le donne tedesche contagiate in questo ristorante si è contata anche una vittima. Secondo le indagini, pare che il contagio non sia avvenuto all’interno del ristorante, ma il batterio fosse presente nella merce già prima che raggiungesse il locale, dunque il contagio è avvenuto proprio perché molte persone hanno pranzato lì e dunque sono venute in contatto con il batterio.

Se il problema fosse ascrivibile a queste due aree, tutti gli altri potrebbero star tranquilli. Ovviamente non è così, ma la consapevolezza che la maggior parte dei casi sono avvenuti in questi due momenti specifici lascia intendere che forse il contagio all’esterno dell’area di Amburgo sia un’eventualità piuttosto rara.

Nel frattempo, dopo quasi una settimana senza vittime, il numero dei decessi è aumentato, salendo fino a 20, mentre l’Italia tira un doppio sospiro di sollievo. Infatti il paziente ricoverato ieri a Merano è risultato affetto da una patologia diversa da quella del batterio killer, e le controanalisi effettuate sul salame di cervo sono risultate negative: il batterio non ha raggiunto l’Italia. E speriamo non lo faccia mai.

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[Fonte: Repubblica]