Dopo la Gran Bretagna e la Germania, bisognava attendersi i primi decessi per influenza A anche in Italia, e puntualmente sono arrivati. Per la precisione i casi preoccupanti sono 3, tutti in Puglia, anche se apparentemente non sembrano collegati l’uno all’altro dato che uno è accaduto in provincia di Foggia, uno a Barletta e l’altro in provincia di Lecce.
Ma andiamo con ordine. Appena pochi giorni fa è arrivata la notizia di una donna quarantenne morta ad Udine per l’aggravarsi delle sue condizioni pregresse a causa dell’influenza suina, primo caso del 2011 in Italia. Non si è fatto in tempo a lanciare l’allarme e a rilanciare la campagna di vaccinazione (che terminerà a fine gennaio), che arriva la notizia del secondo decesso, stavolta in Puglia. Si tratta di un uomo di 51 anni di Zapponeta (Foggia), già affetto da diabete. Secondo l’Osservatorio epidemiologico regionale l’aggressività del virus avrebbe improvvisamente aggravato le sue condizioni, portandolo fino al decesso.
Ma a preoccupare sono altri due pazienti che versano in condizioni gravi, e la situazione si fa ancora più allarmante se consideriamo che entrambi non avevano patologie pregresse. Infatti ci è stato sempre riferito che il virus A H1N1 poteva aggravare alcune condizioni come quella del paziente di Zapponeta, ma intanto una donna di 60 anni di Barletta ed un uomo di Tricase, trasportato al San Raffaele di Milano, non denunciavano alcun problema precedente.
I dati sull’epidemia sono al momento un po’ confusi, tanto che si parlava di 5 o 6 casi solo in Puglia, ed una lunga serie di casi poi smentiti nel resto d’Italia. Ciò che c’è per certo è che al momento i decessi sono solo due, ma
la situazione per ora è tranquilla. Sono pochissimi i casi registrati e l’Istituto di Igiene è completamente attrezzato. Tutti i casi vengono sottoposti a screening. Sino ad ora ce ne sono molto pochi e mi auguro, tenendo conto della campagna vaccinale, non ci sia una diffusione molto vasta
ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Tommaso Fiore. Intanto Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ha ammesso che questi casi erano attesi e che ora, con il picco dell’influenza che si avrà nelle prossime settimane, c’è la possibilità di qualche altra vittima. Pare però impossibile arrivare ai numeri dello scorso anno quando a gennaio i decessi erano già 200 ed alla fine della stagione se ne contarono 260.
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[Fonte: Repubblica]