Tra le migliaia di casi di influenza suina previsti per il prossimo inverno, la maggior parte di questi riguarderanno bambini in età scolare ed anche più piccoli, dicono gli esperti. Se il virus colpisce un adulto o comunque una persona più grande, è più facilmente gestibile. Il fisico è più forte ed il paziente è più in grado di spiegare i sintomi. Ma se accade che il contagio colpisce un bambino molto piccolo come bisogna comportarsi?
Un documento redatto dagli specialisti della Società italiana di pediatria e di alcune associazioni scientifiche collegate come gli infettivologi e gli esperti in Urgenza pediatrica ci spiega come bisogna comportarci. Le linee guida in definitiva sono due: avere pazienza e non allarmarsi. Ma vediamo nel dettaglio cosa bisogna fare.
E’ bene sapere che i sintomi influenzali appaiono più spesso e per più tempo nei bambini piccoli piuttosto che in quelli più cresciuti. Dunque se compare qualche sintomo al vostro bambino, non dovete allarmarvi, ma contattare il medico e fatevi spiegare cosa fare. Il primo consiglio dunque è di non portare immediatamente il figlio in ospedale. Queste strutture sono note per essere infestate di germi e virus, e specialmente in una fase in cui c’è un altissimo rischio di contagio da virus A H1N1 è meglio evitare di esporre un bimbo a tale rischio.
Valutare bene i sintomi perché potrebbe trattarsi della normale influenza stagionale, non è detto che si tratti di quella suina. Se invece vostro figlio è stato colpito dal virus, curato ed è guarito, il secondo consiglio è di non riportarlo subito all’asilo o a scuola, ma aspettare almeno una settimana dalla comparsa dei sintomi. Portare subito un bambino che potrebbe essere ancora contagioso in un luogo affollato come l’aula scolastica mette irremediabilmente in pericolo anche gli altri alunni.
Per quanto riguarda i medicinali, è stato dimostrato che l’Oseltamivir (Tamiflu) è efficace tra 1 e 6 anni, mentre Zanamivir (Relenza) è più indicato per i bambini sopra i 6 anni. Tali medicinali andrebbero presi entro 48 ore dall’inizio dei sintomi e per almeno 5 giorni, ed in ogni caso vanno sospesi entro 48 ore dalla scomparsa dei sintomi. Mentre non si sa con certezza quanto ci vuole per eliminare definitivamente il virus, si è notato nei dati recenti che ci vogliono all’incirca 4 giorni per debellarlo, ma questa tempistica varia a seconda dell’età del paziente.
Infine nel documento si parla anche della vaccinazione, considerata sicura anche con una sola inoculazione, e possibile già dai 6 mesi d’età, ma per ottenerla bisogna sempre rivolgersi alla Asl di competenza o al proprio medico curante. Per ulteriori informazioni, da questo link è possibile consultare il documento.
[Fonte: Repubblica]