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Legge su etichette cibi, più trasparenza per i consumatori

 La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato la legge “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, il decreto che salva il Made in Italy e che finalmente garantisce ai consumatori di sapere cosa si porta in tavola.

L’articolo numero 4 rende infatti obbligatorio indicare il luogo di origine e provenienza nonché la presenza di ingredienti provenienti da organismi geneticamente modificati in qualunque fase del processo produttivo, dal luogo di produzione iniziale al consumo finale.

La Coldiretti ha espresso profonda soddisfazione per l’approvazione della legge, dopo una battaglia durata dieci anni per assicurare trasparenza ai cittadini ed il diritto di sapere con certezza cosa contiene e da dove proviene con esattezza quello che portiamo in tavola.
Spiega l’associazione che

Per i prodotti non trasformati il luogo d’origine riguarda il Paese di produzione. Per quelli trasformati dovranno essere indicati il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata.

Le sanzioni, per chi immette in commercio prodotti privi dell’indicazione d’origine arrivano fino a 9.500 euro.

Cruciale anche l’articolo della legge che indica come pratica commerciale ingannevole quella di indurre in errore il consumatore omettendo i dati sull’origine delle materie prime, sia che vengano omessi sulle etichette che nelle campagne pubblicitarie. Un esempio? Se le arance utilizzate in un succo provengono dal Brasile, non si potrà più utilizzare come sfondo negli spot il sole e gli agrumeti di Sicilia. Idem per le mozzarelle tedesche sponsorizzate dalle immagini del Golfo di Napoli.

Infine, altra novità importante da sottolineare, quella prevista nell’articolo 2 che introduce il divieto della denominazione Dop per le miscele di formaggi:

Il nome potrà comparire solo tra gli ingredienti e a patto che la presenza di formaggio Dop non sia inferiore al 20 per cento della miscela.

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[Fonte: Coldiretti]