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Tumori: un test per scoprire chi si ammalerà

Se ne sente parlare da anni, ma pare che finalmente si sia arrivati alla quadratura del cerchio, ovvero l’esame del sangue capace di dire se una persona svilupperà un tumore nei successivi 5 o 6 anni. La novità sarà presentata nei prossimi giorni alla Conferenza annuale dell’American Society Clinical Oncology che si terrà a Chicago.

La scoperta è nata dopo circa 15 anni di studio e collaborazione tra l’equipe dell’oncologo inglese John Robertson dell’Università di Nottingham ed alti colleghi del Kansas. In tutto 50 scienziati: 25 inglesi e 25 americani. La particolarità di questo test è che avvisa quando le cellule cancerose cominciano a costruire il tumore ed il sistema immunitario inizia a sviluppargli contro gli anticorpi.

Si era già a conoscenza di un “periodo finestra” in cui la patologia si andava strutturando, ma non c’era ancora la capacità di individuarla. Le indagini diagnostiche finora utilizzate, sono in grado di accertare la malattia solo quando si è sviluppata. Ora con questo esame, chiamato OncImmune, sarà possibile farlo prima, con il 90% dei tumori solidi.

E anche presto. I primi test saranno disponibili in Inghilterra per il cancro del polmone già dal prossimo anno e dopo qualche mese anche quelli per il tumore al seno. L’unico aspetto negativo è il costo: circa 300 sterline. Per ora il servizio sanitario inglese vuole aspettare i risultati su larga scala prima di pronunciarsi.

Peccato, perché in Gran Bretagna ogni anno si ammalano di tumore 300.000 persone e ne muoiono la metà: sia nel campo della prevenzione che della terapia, si pone agli ultimi posti nella graduatoria europea. Il prof. Robertson ha così commentato:

“Stiamo iniziando a comprendere la genetica dei carcinomi in un modo che non si è mai visto prima. Adesso possiamo capire quale proteina del sangue viene danneggiata e come il sistema immunitario risponde a tutto questo”.

Passi da giganti dunque, nella cura e nella prevenzione dei tumori, patologie di cui fino a qualche anno fa si evitava addirittura di pronunciarne il nome.

[Fonte: LaStampa.it]