Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Oncologia » Mieloma multiplo, nuova terapia con Daratumumab

Mieloma multiplo, nuova terapia con Daratumumab

Daratumumab di Janssen ha ricevuto l’approvazione della Commissione Europea nel trattamento del mieloma multiplo (MM). E’ questa una malattia del midollo osseo di fatto incurabile ad oggi ma che potrebbe conoscere nuovi scenari grazie all’utilizzo di una nuova cura. Daratumumab, di origine completamente umana, è il primo di una nuova classe di anticorpi monoclonali che risulta più efficace grazie a un meccanismo di azione diverso da quelli fino ad oggi usati.

Può infatti può sia stimolare il sistema immunitario che attaccare direttamente le cellule tumorali del mieloma multiplo. Daratumumab è quindi in grado di unire all’attività immunitaria anche una marcata azione diretta che porta alla morte delle cellule tumorali, causa di mieloma multiplo. Una sorta di serial killer, dunque, per le cellule malate e starebbe proprio in questo particolare la novità. Le terapie utilizzate fino ad oggi per la cura del mieloma multiplo si sono sempre basate sui classici chemioterapici ma negli ultimi anni la ricerca è andata avanti e Daratumumab ne è il risultato più lampante: un farmaco appositamente pensato e messo a punto per la cura di un tumore del sangue che ancora oggi provoca purtroppo numerose morti, visto che è appunto incurabile.

Daratumumab è il primo anti CD-38 a ricevere l’approvazione da parte sia dell’autorità regolatoria americana che europea. Può essere usato per il trattamento di pazienti adulti affetti da mieloma multiplo (MM) recidivante o non responsivo, che sono già stati sottoposti a terapia e che mostrino una evidente progressione della malattia dopo l’ultimo trattamento assunto. Daratumumab è stato approvato con valutazione accelerata, un processo che viene riservato solo a medicinali ritenuti importanti per la salute pubblica o particolarmente innovativi. Un primo passo avanti per il trattamento del mieloma multiplo con la speranza di riuscire ad arrivare a una cura risolutiva di una malattia che ancora fa paura.

Foto | Thinkstock