Parliamo di nanopatologie, per trattare dell’aumento di malformazioni tra gli agnelli e di leucemie e linfomi nei pastori nell’area del Salto di Quirra, gravitante intorno al poligono interforze, base di esercitazioni militari additate dall’opinione pubblica e dall’associazionismo quali responsabili dello smaltimento di metalli pesanti come arsenico e tungsteno che contaminerebbero il territorio, minando la salute pubblica.
Un nodo finora irrisolto a causa dei gravi ed ingiustificati ritardi nelle analisi ambientali che hanno suscitato lo sdegno dei comitati cittadini costituitisi per chiedere chiarezza, degli ecologisti, dei malati di tumore, dei pastori. Si è tornato a parlare, in questi giorni, di quella che viene denominata Sindrome di Quirra. I servizi veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei hanno infatti di recente accertato, in studi ancora parziali, un incremento anomalo di malformazioni tra gli agnelli e di casi di leucemia e linfoma fra i pastori della zona.
Dalle pagine di Ecologiae, Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico e di Amici della Terra, ci spiega quale riscontro scientifico ha la Sindrome di Quirra, chiamando in causa gli studi a riguardo della dott.ssa Antonietta Morena Gatti, esperta di nanopatologie:
Si può parlare di “sindrome di Quirra” nel senso che si tratta di un inquinamento piuttosto “strano”, del quale ancora non si conoscono con certezza le cause. Ne parlano gli ecologisti, ma ne parlano – soprattutto – le indagini scientifiche condotte da esperti come la dott.ssa Antonietta Morena Gatti, direttrice del Laboratorio dei biomateriali dell’Università di Modena ed uno dei maggiori esperti in materia di nanopatologie. Particelle infinitesimamente piccole (le nanoparticelle) di materiali esplodenti e di metalli, quali il tungsteno, possono provocare tumori gravissimi e, forse, malformazioni.
Si è ancora lontani dall’accertamento della verità, esclusa per ora la contaminazione da uranio impoverito, con le analisi effettuate nel 1993, Deliperi elenca, oltre alla già accertata presenza di metalli pesanti nell’area, altre ipotesi credibili che giustifichino l’incremento di tumori:
Ormai sto arrivando all’ipotesi che il Poligono Sperimentale Interforze esistente sul posto ovvero aree contigue possano esser state utilizzate anche fuori dal controllo delle Autorità militari e civili nazionali per attività non istituzionali (es. stoccaggio rifiuti). Sono tuttora poco chiare le attività di monitoraggio ambientale ed epidemiologico svolte finora e fanno supporre anche ipotesi simili.
Per approfondire la relazione tra contaminanti ambientali e tumori:
Arsenico in acqua potabile, i rischi per la salute
Allarme rifiuti radioattivi a Savignano Irpino, registrato aumento incidenza tumorale in Campania
[Foto homepage: Gruppo d’Intervento Giuridico]