Cosa pensa un paziente nel breve ma intenso tragitto che lo conduce dalla sua stanza di degenza alla sala operatoria? L’anestesia, specie se totale ancora spaventa, ma quanto l’intervento chirurgico ha a che fare con un tumore (o con una patologia che mette a rischio la vita), tutto si complica.
A Roma è partita una proposta innovativa e particolare che vuole occuparsi delle emozioni degli assistiti proprio in quel piccolo e difficile percorso. Si tratta del Progetto Vales presentato nel corso dell’estate e che man mano si sta attuando.
“Non vogliamo più lasciare sole le persone, in questa fase della malattia” – ha spiegato Francesco Bevere Direttore Generale dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, e promotore dell’iniziativa.
“In una prima fase abbiamo chiesto ai pazienti di due reparti pilota, la Ginecologia Oncologica e la Chirurgia Toracica, cosa provassero in quei momenti. Ne è emerso ovviamente un grande timore, ma anche il desiderio di non sentirsi soli.
Molti assistiti avrebbero voluto essere accompagnati, da un familiare o da una persona cara, altri hanno espresso la volontà di poter fare domande ai medici riguardo all’intervento, altri ancora, hanno preferito il silenzio e la concentrazione personale.
Il progetto Vales consisterà in questo: permettere che ognuno scelga di fare quei pochi metri con la compagnia e l’ausilio di chi vorranno. Una personalizzazione del percorso dalla stanza di degenza al blocco operatorio, e viceversa”.
Sembra una cosa semplice, ma non lo è, sia per l’importanza psicologica che assume, sia per l’organizzazione strutturale. Ma certe cose basta volerle. Presso i due Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, già da qualche tempo le cose sono iniziate a cambiare. Ci si occupa di prevenzione, indagini diagnostiche, chirurgia, terapie innovative e tradizionali, ma da una particolare angolazione: qui non si cura la malattia, ma la persona malata.
L’individuo, con le sue emozioni, paure, ansie, difficoltà è al centro della terapia che agisce sull’organismo. Vi abbiamo infatti già parlato del corso di Yoga iniziato a Maggio presso la sede degli Istituti e realizzato grazie alla Federazione Italiana di Yoga.
Ma esistono anche corsi per il trucco, laboratori di pittura, una navetta gratuita dalla metropolitana in funzione durante l’orario ambulatoriale, uno spazio per la lettura, degli incontri musicali ed addirittura il cinema.
Già, due volte a settimana, la sera, la grande sala adibita alle prenotazioni si trasforma in un cinematografo che proietta solo film divertenti.
Il tutto è sempre possibile grazie alla collaborazione delle associazioni che lavorano ai progetti, ma anche e soprattutto alla sensibilità e alla professionalità del personale medico, infermieristico e delle altre categorie (mensa, farmacia, pulizie, impiegati, ecc).
Affrontare un tumore è un percorso difficile, farlo in modo confortevole, con il supporto psicologico oltre che tecnico-scientifico è meglio. Non esistono solo i casi come Messina (dove pure dei seri lavoratori di sicuro esistono), per questo vi ho voluto parlare di tale iniziativa.
[Fonte: Ifo-Ire]