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Albero di Neem utile contro il cancro?

L’albero di Neem, o Nim è da qualche tempo divenuto di interesse mondiale per diversi benefici che sarebbe in grado di apportare nella salute delle persone grazie alle sue doti antibatteriche. E’ una pianta originaria della Birmania che secondo i ricercatori potrebbe essere utile anche per curare il cancro.

Chiamato anche “l’albero della farmacia”, è un rimedio naturale utilizzato di sovente contro l’ipertensione, le ulcere e le infezioni. Alcune popolazioni sfruttano le sue proprietà curative anche contro la malaria, funghi patogeni ed addirittura il diabete. Nella maggior parte dei casi però si tratta, come accennato, di utilizzi “popolari” che necessiterebbero di studi dedicati per essere inseriti ufficialmente all’interno della medicina moderna. Tra le ricerche più interessanti condotte finora ve ne è una recente portata avanti dagli scienziati del National Cancer Institute Chittaranjan (CNCI), per i quali una proteina estratta dalle foglie di Neem potrebbe possedere le potenzialità adatte per combattere il cancro. O nello specifico dare alle cellule sane la possibilità di combattere quelle tumorali.

Lo studio in questione, condotto su modello animale ha infatti rivelato come la NLGP, una glicoproteina estraibile dalla pianta, sia in grado di potenziare la capacità immunitaria delle cellule modificando “l’ambiente cellulare” e stimolando quelle  tumorali a divenire… “sane”. Spiega Rathindranath Baral, coordinatore dello studio in un comunicato:

Nel nostro recente studio abbiamo visto che l’NLGP ha il potere di normalizzare il microambiente tumorale costituito da cellule tumorali e cellule non ancora trasformate che aiutano nella progressione tumorale. Fondamentalmente, l’NLGP modula il micro ambiente tumorale in modo tale da limitare ulteriormente la crescita del tumore .

Non solo: tale cambiamento porta anche all’attivazione di alcune “cellule killer”, definite TCD8, che combattono il tumore. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore Plos One e punta con il tempo a creare un farmaco, praticamente privo di effetti collaterali, da poter iniettare per via intramuscolare da utilizzare come cura complementare del tumore.

Fonte | Plos One

Photo Credit | Getty Images