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Cellule staminali: ottime anche per curare le malattie cerebrali

Gli scienziati del Rochester Medical Center (New York) hanno trovato il modo per isolare le cellule staminali neurali (cellule che danno origine a tutti i tipi di cellule del cervello) dal tessuto cerebrale umano con una precisione senza precedenti. Si tratta di un passo importante verso lo sviluppo di nuovi trattamenti per le malattie del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson, la corea di Huntington e malattie e lesioni del midollo spinale. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Neuroscience.

Il neurologo Steven Goldman, presidente del Dipartimento di Neurologia, ha guidato la squadra in uno sforzo durato sei anni per sviluppare un modo migliore per isolare le cellule staminali neurali direttamente dal cervello umano. Queste cellule possono rinnovarsi ed hanno il potenziale per creare cellule del cervello, per esempio gli oligodendrociti che potrebbero aiutare le persone con sclerosi multipla, o neuroni per aiutare le persone con morbo di Parkinson.

Ma dopo i primi mesi di sviluppo embrionale umano, diventano rare nel cervello, ed è difficile per gli scienziati scovarle, isolarle e manipolarle. Queste sfide possono essere risolte se le cellule staminali venissero utilizzate nei trattamenti.

Finora, la maggior parte degli sforzi volti ad isolare le cellule staminali fetali hanno comportato la coltivazione di tessuto cerebrale in laboratorio per mesi, per poi separare le cellule staminali da studiare. Inoltre, le tecniche di oggi non solo separano le cellule staminali, ma in genere le cellule simili note come cellule progenitrici, che sono già impegnate a diventare un certo tipo di cellule, sono catturate. La differenza è cruciale per gli scienziati che spesso preferiscono catturare solo cellule staminali neurali “non impegnate”, sia per curare le malattie del cervello che richiedono la sostituzione di più tipi di cellule, che per capire meglio la loro funzione.

Mentre la ricerca su topi e altri animali serve come guida, alla fine si dovranno studiare i tessuti sugli esseri umani per capire davvero le malattie. Le vie di segnalazione generali attive nei topi e nelle persone sono molto simili, ma i singoli geni sono molto diversi. Questo non è qualcosa che avremmo potuto prevedere. E’ una buona dimostrazione che non è possibile utilizzare i topi per studi su terapie che devono essere usate nelle persone.

La capacità di raccogliere le cellule umane in modo più efficiente dovrebbe aiutare potenziali trattamenti costruiti intorno al trapianto delle cellule staminali. Negli ultimi anni un paio di studi sulle cellule staminali neurali nel sistema nervoso hanno iniziato a trattare bambini con malattie incurabili del cervello note come leucodistrofie pediatriche. Ma Goldman ritiene che i tipi cellulari attualmente in uso saranno presto sostituiti dai più efficaci tipi di staminali e cellule progenitrici trapiantabili.

[Fonte: Sciencedaily]