Gli oppiacei, cioè medicinali derivati dell’oppio, sono farmaci analgesici che vengono utilizzati nella maggior parte dei casi nelle terapie contro il dolore cronico. Una recente ricerca effettuata presso il Dipartimento di Neurofisiologia della facoltà di Medicina dell’Università di Vienna ha però dimostrato come agiscono questi farmaci, individuando un meccanismo nemmeno lontanamente immaginato prima. Infatti gli oppiacei, che si basano sui principi attivi chiamati oppioidi, non solo alleviano il dolore ma lo “cancellano” dalla memoria del midollo spinale.
Spiega Jürgen Sandkühler, uno degli autori della ricerca:
Anche se l’anestesia profonda impedisce qualsiasi sensazione di dolore, siamo stati in grado di riservare un potenziamento a lungo termine sinaptico nel midollo spinale. Nonostante l’anestesia, sembra che vi sia una traccia di memoria del dolore ed un amplificatore del dolore.
A questo punto il ricercatore ha individuato il meccanismo che capita su un fisico debilitato a cui viene dato un farmaco analgesico a base di oppioidi:
La traccia della memoria del dolore è stata cancellata e l’amplificatore del dolore si è spento.
Insomma, il corpo umano funzionerebbe come una specie di computer in cui un antivirus elimina il virus che non dà più i suoi sintomi. Tornando al linguaggio medico, la traccia della memoria è innescata dalla trasmissione del segnale nelle sinapsi, e dunque più è potenziato questo segnale e maggiore è il dolore che si prova. Quando questo potenziamento dura per molti mesi o anni (lungo termine) si può parlare di sindrome da dolore cronico.
La ricerca, pubblicata su Science, rivela che in questo modo loro sono in grado di trovare una terapia, basata sugli oppiacei, che potrebbe cancellare definitivamente la traccia del dolore e non più combattere i sintomi sul breve periodo, come avviene oggi, con terapie che forniscono sollievo per poco tempo e costringono il paziente a prendere medicinali per tutta la vita.
La nuova terapia con oppioidi ad alto dosaggio a breve termine provoca una inversione di cambiamenti cellulari che svolgono un ruolo importante nella memoria del dolore, eliminando quindi forse una delle cause del dolore cronico.
Così conclude l’articolo dei ricercatori che danno nuova speranza a chi soffre di questa sindrome.
[Fonte: Sciencedaily]
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