Meno spermatozoi a causa dell’alluminio? Forse è ora che si faccia attenzione anche a ciò che si beve in lattina. Gli effetti dell’esposizione a questo metallo sono state studiate nel corso di una ricerca condotta dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Scopriamo insieme i risultati ottenuti.
Anche in questo caso, come accade per i ftalati ed altre sostanze, il problema nasce dall’ingestione delle particelle alla quale siamo sottoposti di continuo: esso può provenire come sottolineato in precedenza da lattine, o ancora dai cibi cotti nelle pentole create con questo metallo, ma anche da alcuni farmaci e dalla pellicola degli alimenti. Come è facile comprendere da questi esempi, l’esposizione è maggiore di quello che si possa credere e gli spermatozoi ne risentono, diminuendo di numero.
Secondo l’indagine condotta dall’EFSA per mano dei ricercatori delle Università di Lione e Saint-Etienne in Francia e di Keele nel Regno Unito, concentrazioni elevate di alluminio (comprese tra i 5 e i 10 milligrammi) sono stati trovate in verdure come spinaci, lattuga e mais, nella maggioranza dei prodotti farinacei in commercio e nelle farine. Ed ancora nella frutta candita, nei formaggi fusi e negli insaccati. Nemmeno le frattaglie, i crostacei, il cacao ed il tè si salvano da questa contaminazione. E mentre si auspica che questo studio porti l’Europa a mettere a punto nuovi regolamenti sull’esposizione, bisogna ricordare che non solo l’alluminio sembrerebbe far diminuire il numero di spermatozoi all’interno del liquido seminale dell’uomo ma si suppone essere anche causa, in concentrazioni elevate, di danni ai reni e al fegato; è tossico per il sistema nervoso e crea problemi anche all’apparato riproduttivo ed allo sviluppo delle ossa. Commentano gli scienziati:
C’è stato un calo significativo della fertilità maschile tra cui il numero di spermatozoi, in tutto il mondo sviluppato nel corso degli ultimi decenni e precedenti ricerche hanno collegato questo a fattori ambientali come i perturbatori endocrini. L’esposizione umana all’alluminio è aumentata significativamente durante lo stesso periodo di tempo, e la nostra osservazione di una significativa contaminazione del seme maschile da alluminio deve coinvolgere l’alluminio come un potenziale contributo a questi cambiamenti nella fertilità riproduttiva.
Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno studiato un campione di 62 donatori di sperma.
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