La genetica è alla base della medicina del futuro. Anche per ciò che riguarda l’obesità. In particolare un gruppo di ricercatori britannici ha individuato un gene che funge da regolatore rispetto ad altri per lo sviluppo di disturbi metabolici. Lo studio è appena stato pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Genetics” ed è frutto del lavoro di un gruppo di ricerca internazionale, coordinato da Tim Spector, del King’s College di Londra (Gran Bretagna). L’analisi è stata condotta su un bel numero di geni: oltre 20.000 per essere precisi, estratti dall’adipe, il grasso cutaneo. Si è partiti con quello di 800 gemelle inglesi per confrontare poi i dati con quelli rilevati da 600 volontari islandesi: ne è emerso che il gene KLF14 (presente appunto nell’adipe) è in grado di controllare la funzionalità di altri geni legati al metabolismo, e dunque anche quelli che regolano il colesterolo e il diabete di tipo 2.
Insomma, questo particolare studio genetico suggerisce la possibilità (come avviene o comunque si studia per numerose altre patologie) di modificare il gene in questione per disattivarne gli effetti di azione sugli altri meccanismi genetici che regolano le funzioni metaboliche. La speranza è quella di controllare attraverso farmaci particolari ed innovativi tutte le malattie legate all’aumento di peso o comunque legate al metabolismo, proprio come l’ipercolesterolemia ed il diabete di tipo 2. Quello individuato da Spector e dal suo team è solo uno dei percorsi individuati in tal senso. La strada è ancora lunga, ma di sicuro è quella giusta. Pensate che ormai si parla di “Diabesità”, o diabesity, quale epidemia del terzo millennio, proprio perché diabete ed obesità sono spesso correlate. Le cifre al riguardo sono preoccupanti. Solo in Italia le persone affette da ambedue le patologie sono più di 2 milioni; 6 milioni gli obesi, 3 milioni “solo” diabetici e a rischio perché in sovrappeso ben 21 milioni di italiani!
[Fonte: Nature genetics]