Sono almeno in 40 mila gli italiani ammalati di Aids, ma che non sanno di esserlo. Questo e altri dati preoccupanti sono stati resi noti oggi, giornata mondiale dell’Aids, sulla situazione del nostro Paese. E i risultati devono necessariamente smuovere le coscienze. In tutta Europa infatti sono circa il 60% i cittadini che si recano volontariamente a fare il test dell’Hiv anche al minimo dubbio; in Italia meno del 30%.
Si pensa spesso che a rischio siano quasi esclusivamente africani, drogati, omosessuali e prostitute, ma non è così. Infatti a rischio sono anche persone considerate “normali”, le quali però hanno una attività sessuale intensa con diversi partner, aggravata dal non utilizzo delle famose precauzioni come il preservativo.
Purtroppo dal meeting di Torino sulle persone sieropositive si evince che la percezione del pericolo degli italiani è molto bassa, si pensa sempre che queste cose possano succedere “agli altri” e mai “a noi stessi”. Infatti le preoccupazioni degli italiani sono ben diverse: se nel ’91, quando il virus cominciò a dilagare, erano il 21% gli italiani ad inserirlo tra le preoccupazioni maggiori, ad oggi l’Aids rientra nei pensieri di solo il 4,8%, segnale che forse se ne parla troppo poco, ed automaticamente la popolazione non lo percepisce più come un pericolo imminente.
E invece questo “abbassamento della guardia” porta anche a danni peggiori. Infatti, secondo il Ministero della Salute, dal ’91 fino al dicembre 2007 sono stati oltre 58 mila gli italiani colpiti dall’Aids, e oltre 35 mila di essi purtroppo oggi non ci sono più. Questo significa che l’allarme non è mai finito, e per questo non bisogna mai sottovalutarlo. Un ultimo dato per far riflettere ed aumentare la preoccupazione, soprattutto tra i giovani che sono più a rischio: in Italia, ad oggi, i contagiati dal virus, ma che ancora non hanno contratto l’Aids, sono tra i 120 e i 140 mila, un numero enorme che potrebbe riguardare chissà quanti dei vostri conoscenti o dei futuri partner, il che significa mai abbassare la guardia. E’ sempre bene fare un test per l’Hiv in caso di sospetto di contagio, e da oggi è stato inventato (anche se non ancora immesso sul mercato) un test genetico per dosare in modo personalizzato un farmaco antiretrovirale per una cura più efficace e tollerata. La scienza ci viene incontro, cerchiamo almeno di non allontanarci.
Fonte: [iltempo.it]