Quando si parla di piscine, di solito il primo problema che ci si pone è quello della pelle e della presenza di troppo cloro al suo interno per mantenere l’acqua pulita. Ci dimentichiamo purtroppo di un altro nemico: i batteri fecali, pericolosa fonte di infezione.
Un allarme in tal senso è stato lanciato dal Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie statunitense, ma non è difficile ipotizzare che questo problema sia diffuso anche nel nostro paese. D’estate, quando fa caldo, rifugiarsi in piscina è spesso l’unico modo per non soffrire eccessivamente l’afa se non si ha modo e tempo di raggiungere il mare. Il potersi rinfrescare in salute nell’acqua dovrebbe essere un diritto di tutti, senza per questo rischiare di sentirsi male subito dopo.
Sapevate che il batterio che gli esperti hanno trovato in percentuali maggiori nelle piscine esistenti prese a campione è proprio l’Escherichia Coli, il germe fecale per eccellenza? Se vi state chiedendo da dove venga questa contaminazione, purtroppo la risposta è molto semplice: dalla scarsa igiene dei bagnanti e dalla loro sconsideratezza. Come indichereste voi una persona che non si lava accuratamente prima di gettarsi in acqua o qualcuno che magari sofferente di diarrea decide di buttarsi comunque in acqua e far finta di nulla se “qualcosa” fuoriesce? Possiamo immaginarvi scuotere il capo, ma sono proprio questi due comportamenti a rischio, secondo gli esperti americani, a contaminare le piscine statunitensi. Commenta in tal senso il dott. Michele Hlavsa, direttore del Healthy Swimming Program del CDC:
Il cloro e altri disinfettanti non uccidono i germi istantaneamente. Motivazione per la quale è importante per i nuotatori proteggere se stessi dal non ingoiare l’acqua in cui nuotano e per proteggere gli altri, mantenendo feci e germi fuori dalla piscina facendo la doccia prima di entrare in acqua e non nuotare in caso di malattie con diarrea.
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