Il virus dell’ebola può essere molto pericoloso per la vista e la storia di Ian Crozier ne è l’esempio più lampante. L’uomo, un medico, era stato contagiato in Sierra Leone ma dopo le cure del caso era riuscito a guarire; a distanza di un paio di mesi, però, ha rischiato di perdere l’uso della vista a causa del virus che, silente, si era insediato nel suo occhio.
Dopo un periodo di disturbi di vario tipo alla vista, Ian Crozier decide di affidarsi nuovamente allo staff della Emory University che già lo aveva curato nel periodo immediatamente successivo al contagio ebola. Ed è in quel momento, dopo accurate analisi, che i medici si sono accorti della presenza del virus ebola nell’occhio del paziente che accusava intensa pressione all’occhio sinistro, perdita della vista e un dolore molto accentuato.
Ma non si trattava di una semplice infiammazione dell’occhio, perché le analisi effettuate sul tessuto prelevato dall’interno del globo oculare hanno evidenziato la presenza del virus ebola nell’umor acqueo ovvero il liquido tra la cornea e il cristallino. Insomma se il virus ebola era stato a suo tempo debellato, o almeno così era sembrato, questo era riuscito però a nascondersi nell’occhio portando Ian Crozier a una lenta e progressiva perdita della vista. Il paziente peraltro aveva anche subito un cambiamento di colore dell’occhio che da blu era diventato quasi verde; ma a destare molti sospetti e a costringere il medico contagiato in Sierra Leone a sottoporsi a nuove analisi cliniche era stato il dolore e la perdita della vista, troppo marcata per trattarsi del più classico caso di infezione all’occhio.
La storia di Ian Crozier è dunque un campanello di allarme per tutti coloro che sono stati contagiati dal virus: l’ebola può essere molto pericolosa per la salute dell’occhio perché è lì che il virus può nascondersi in modo silenzioso, danneggiando i tessuti e producendo la perdita della vista.
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