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Virus Zika, il ruolo dell’Italia nella ricerca

Gli sforzi mondiali per combattere il virus Zika sono al momento al loro picco massimo. Al fine di raggiungere tale scopo è stata creata una task force per combattere l’agente patogeno nella quale partecipano diversi centri d’eccellenza a livello globale. Tra di essi figura l’ospedale Spallanzani di Roma.

La struttura è nota per la sua preparazione in materia di virologia e non a caso in passato è stato il Centro Italiano di riferimento ufficiale per l’ebola nel momento in cui l’epidemia in Africa era al picco della sua imponenza. Il gruppo di esperti del Global Virus Network al quale la task force è legata, si occuperà nei prossimi mesi di catalizzare le proprie conoscenze per colmare tutto ciò che ancora non si conosce del virus Zika. Come spiega il presidente del gruppo José Esparza:

Il gruppo funzionerà come catalizzatore per gestire le informazioni tra i ricercatori del network che lavoreranno sull’epidemia. Il nostro gruppo di studio è al lavoro sul virus Zika da diversi anni ormai, collaborando anche con diverse realtà sparse nel mondo. Prossimamente lavoreremo su modelli primate-non umani e continueremo a cercare di sviluppare di un vaccino.

Per il centro italiano si tratta di un’ottima opportunità di mettere a frutto l’esperienza accumulata negli anni in ambito virologico. Il virus Zika, va ricordato, per quanto non caratterizzato da una sintomatologia eccessivamente pericolosa (può essere paragonata a quella di un’influenza, N.d.R.) sembra essere in grado di causare microcefalia nei neonati delle donne contagiate dallo stesso. Commenta il dott. Giuseppe Ippolito, membro del gruppo di ricerca:

Siamo contenti di mettere al servizio le nostre conoscenze nella risposta internazionale alla pandemia. Il nostro Istituto ha avviato un progetto di collaborazione con i colleghi della Slovenia e del Brasile per studiare la patogenesi dell’infezione da virus Zika: non vediamo l’ora di condividere le nostre scoperte con gli altri membri della GVN Task Force.

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