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La propoli: come usarla e quando

Fonti storiche riportano l’uso diffuso della propoli nei secoli in popoli tra loro distanti nel tempo. Già i greci ben la conoscevano: da loro deriva il nome Propolis (Pro, davanti e Polis, città), perché le api la usano per si­gillare il proprio sito. I soldati romani la utilizzavano per disinfettare le feri­te riportate sul campo di battaglia e, nel II secolo a.C., Galeno la cita nei Trattati di scienza medica, indicando l’uso della propoli per curare i guer­rieri feriti dalle frecce nemiche e co­me rimedio naturale contro le infe­zioni e la febbre. Poi, nei secoli, la sua fama è giunta fino ai nostri gior­ni.

Ma bisogna attendere gli anni 70 perché l’interesse scientifico ponga la giusta attenzione promuovendo a livello europeo studi biologici, chimi­ci e farmacologici. Il boom della propoli nell’uso quoti­diano risale agli anni 90. Oggi è molto ben conosciuta in tutti i suoi aspetti e la scienza ufficiale le ha da­to nobiltà e rigore, migliorando moltissimo la sua resa terapeutica, di­mostrando la sua elevata attività antinfiammatoria e un ampio spettro d’azione per l’attività antibatterica e antivirale. Per un mal di gola, applicare propoli in forma spray offre il vantaggio di queste tre azioni, che la rendono vincente.

Nessun altro prodotto in commercio è paragonabile alla propoli in tal senso. Ma occorre riflette­re su due aspetti: la qualità della propoli in commercio e il suo corret­to utilizzo; ricordando che la sua assunzione è sconsigliata in gravidanza e che soltanto un prodotto titolato, cioè noto nel suo principio attivo, può garantire sicurezza ed efficacia. Dal punto di vista biologico la propoli è un insieme di resine e gomme, raccolte dalle api (sulle gemme apicali, sui tronchi di alcune piante, su scorze e ferite vegetali già medicate dalle stesse piante) e suc­cessivamente lavorate da alcune di esse con enzimi particolari e cera.

Chimicamente si tratta di una mi­scela complessa di sostanze naturali, le cui percentuali variano. In genera­le, si possono individuare, oltre a re­sine, balsami e cere, un 10% di oli essenziali e materiali organici (per esempio i flavonoidi), pollini, mi­nerali e vitamine. La propoli grezza è una materia prima assai “spor­ca” e occorrono metodi di purifica­zione sofisticati e costosi per ripulirla dalle sostanze inutili e tossiche ed estrarre quelle utili come i flavonoidi.

In passato la spiccata azione antibat­terica e antifungina della propoli ve­niva assegnata ai suoi oli essenziali, ma oggi è stato provato che sono proprio i flavonoidi, e in particolare la galangina (di cui è ricca la propoli raccolta nei boschi di latifoglie) e la pinocembrina (presente soprattut­to nella propoli proveniente dalle co­nifere), ad assicurarle preziose pro­prietà antimicrobicheCome utilizzare nel quotidiano la propoli? Come forma farmaceutica la troviamo in soluzione idroalcolica titolata in flavonoidi totali espressi come galangina minimo 30 mg/ml (si utilizza per preparare soluzioni per gargarismi, colluttori spray e sciroppi), e come estratto secco titolato in flavonoidi totali espressi co­me galangina minimo 8%-12%.

La tecnologia farmaceutica ha reso possibile realizzare anche compres­se effervescenti e preparati solu­bili che permettono un assorbimen­to rapido da parte dello stomaco e, per i bambini, soluzioni idroglice­riche,cioè prive di alcol. La titolazio­ne è sempre, ripetiamolo, l’unica ga­ranzia sulla qualità del prodotto. Una buona propoli troverà impiego nelle malattie da raffreddamento delle prime vie aeree, quali raffred­dore e mal di gola. Per espletare l’azione battericida, cioè capace di distruggere i germi con cui viene a contatto (antibiotico simile), occorrono concentrazioni elevate di galangina. Questo fa la differenza tra i molti prodotti in commercio contenenti propoli.

Alcuni studi evidenziano anche una valida azione antivirale, utile negli esordi degli stati influenzali e nelle fasi successive, altri stanno dimo­strando l’azione immunostimo­lante: sembra che la propoli sia in grado di aumentare la resistenza dell’organismo contro virus e batteri, soprattutto stimolando l’attività dei globuli bianchi e della loro capaci­tà di attaccare e distruggere gli ospi­ti indesiderati. E non dimenticate che l’etichetta è l’unico strumento per accertarsi del­la qualità di un prodotto, della sua efficacia e sicurezza terapeutica: là dove non ci sia chiarezza, il supporto esperto del farmacista potrà togliere ogni dubbio.

Da http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Febbraio_2010/02_Consiglio_farmacista.pdf