La depressione avanza sempre di più nelle donne, specie in quelle che vogliono ad ogni costo fare tutto e bene: essere una donna in carriera, una mamma perfetta e presente, una casalinga ineccepibile ed una moglie sempre carina e gioiosa, oltre che un’amica insostituibile. Ho dato un nome a questa situazione che conosco molto bene e so essere frequente: la “sindrome di wonder woman”! Ebbene, secondo uno studio presentato nei giorni scorsi durante il Congresso annuale della American Sociological Association che si è svolto a Las Vegas, tali “super-donne” hanno tassi di depressione più elevati rispetto alle donne lavoratrici che invece “lasciano correre” sulle responsabilità domestiche.
Non c’è dunque soddisfazione, ma senso frustrazione. Il lavoro scientifico è frutto dell’impegno della dottoressa Katrina Leupp in forza presso la University of Washington di Seattle, che ha analizzato le risposte di 1.600 donne sposate raccolte in vasta indagine denominata National Longitudinal Survey of Youth. Il succo del discorso è molto semplice: le donne che vogliono fare tutto, lavoro compreso, si scontrano con ambienti professionali che non permettono di conciliare gli impegni domestici.
Da qui il senso di frustrazione che si lega al fatto di non riuscire ad essere perfette, di non arrivare a portare a termine tutti quei compiti che ci si prefigge e che sembrano essere imposti dalla società, ma che in realtà nascono dal desiderio di non rinunciare a nulla. E la depressione arriva ad essere anche molto grave. Da sottolineare: i sintomi depressivi arrivano allo stesso modo nelle donne che non lavorano, ma che comunque cercano di essere perfette in casa per conciliare la mancanza di impegno professionale.
La soluzione? Secondo i dati della dottoressa Leupp, il lavoro aiuta a prevenire i disturbi mentali nelle donne, a patto che questo sia visto come giusta compensazione a ciò che non si riesce a fare tra le mura domestiche, e non un compito in più da svolgere nell’arco delle 24 ore! Riflettete amiche.
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