Oggi vi voglio raccontare di una dieta che è stata definita “intelligente”. Perché? E’ definibile tale l’individuo che mangia solo cibo che non ingrassa, ma che anzi aiuta a perdere peso!
Lo so: state pensando che dico sciocchezze, che si tratta di una classica “bufala” o di una invenzione pubblicitaria. Per ora non è dato sapere, lo scopriremo però presto, perché all’ambizioso progetto stanno lavorando nel centro di ricerca sull’obesità del Rowett Institute of Nutrition and Health dell’Università di Aberdeen, nel Regno Unito.
I solerti studiosi partono da alcune evidenze scientifiche: alcuni cibi contenenti quantità controllate di proteine aiutano a sentire prima il senso di sazietà: avete presenti certe barrette?. Dunque fin qui nulla di nuovo.
L’analisi più profonda consiste nel capire le relazioni nell’asse cibo-intestino-cervello, anche queste già ampliamente comprovate, per poterle reindirizzare e controllare. Come? Il sospetto è che vengano immessi nel mercato nuovi prodotti dietetici, magari modificati geneticamente (nulla di più semplice).
Il che non sarebbe un male. Combattere l’obesità è uno degli obiettivi maggiori della scienza medica. Ma lo studio inglese, condotto dal prof. Julian Mercer, non ha riscontrato nell’ambiente scientifico un grande successo. Nonostante i buoni propositi infatti, si teme per gli effetti (sulla salute) a lungo termine di prodotti di questo tipo, che indubbiamente non saranno consumati solo da persone obese per cui si può fare un discorso sui rischi-benefici.
Staremo a vedere: la ricerca non ha ancora dato i suoi risultati definitivi. Per ora ritengo che la migliore “dieta intelligente” sia quella di coltivare un sano stile di vita: cibo di qualità, nelle giuste quantità e tanto, tantissimo movimento. Almeno per prevenire i danni peggiori.
Rivolgersi a specialisti seri ed affermati è la seconda mossa furba: finora la bacchetta magica per dimagrire non l’hanno ancora inventata! Non si dimagrisce tanto, presto e facilmente. Ci vogliono tempo e sacrifici.
Ma soprattutto, la maggior parte di noi, anche i normopeso dovrebbero riacquisire il giusto rapporto con il cibo, quale elemento nutrizionale piacevole e non come sfogo di ansie e fretta quotidiane. La psicologia spesso gioca un ruolo determinante.
L’approccio all’obesità deve essere possibilmente multidisciplinare e non essere basato solo sull’assunzione di una barretta o una pillola dimagrante.
Sicuramente questi prodotti funzionano, ma l’obesità ed il sovrappeso sono delle patologie che comportano molti rischi correlati: vanno affrontate correttamente.