Si parla poco, anzi pochissimo, di malattie a trasmissione sessuale (Mst). Eppure i numeri sono quelli di un’autentica emergenza sanitaria. Mentre anche l’Hiv di cui si è detto e scritto miliardi di parole, è praticamente scomparso dalle cronache. Una tendenza che, secondo gli esperti, non promette nulla di buono. Perché le malattie a trasmissione sessuale continuano a rappresentare un pericolo (per molti) e a mietere vittime (ancora troppe). E, siccome la parola chiave è «prevenzione», far finta che non esistano o che siano state debellate significa abbassare la guardia.
Con i rischi che ne conseguono. Spiega Emilio Arisi, direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale S.Chiara di Trento
“In Italia e nel mondo le malattie sessualmente trasmesse sono ancora molto diffuse, tanto che l’istituto superiore di sanità ha deciso di mantenere attivo un osservatorio epidemiologico nazionale, con una serie di centri corrispondenti in tutta Italia, nonostante l’attenzione pubblica sia diminuita”
Stiamo parlando di patologie che nel loro insieme, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, hanno un’incidenza annua di 333 milioni di casi, Aids escluso, i cui effetti sullo stato di salute e su quello socio-economico di interi Paesi, soprattutto nell’area africana, è definita da anni ormai una emergenza sanitaria. Prosegue Arisi
“Le malattie a trasmissione sessuale sono in forte ripresa nei Paesi occidentali a causa soprattutto dell’elevata mobilità delle persone: da un lato è aumentato negli ultimi anni il turismo, incluso quello sessuale, così come sono andati via via crescendo i viaggi di lavoro e gli scambi economici. Senza contare le migrazioni dai Paesi poveri verso quelli ricchi, che possono favorire la diffusione di alcune Mst: la ragione è legata al fatto che i migranti sono facilmente coinvolti e sfruttati nel mercato del sesso”
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’85 per cento dei giovani tra i 10 e i 24 anni vive in Paesi poveri e per molti di loro le relazioni sessuali iniziano da giovanissimi. Non è un caso che dei 333 milioni di nuove infezioni sessuali ogni anno, almeno 111 interessano under 25. Scarse conoscenze e difficoltà di accesso ai preservativi (maschili e femminili) li rendono molto più esposti al rischio. Le ragazze poi sono più vulnerabili per ragioni fisiologiche e sociali, essendo spesso costrette a relazioni sessuali fin da bambine. Ogni anno, un adolescente su venti contrae una malattia a trasmissione sessuale curabile. E più della metà delle nuove infezioni di Aids riguardano giovani tra i 15 e 24 anni.
Fonte http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Maggio_2009/0905_6_Primo_piano.pdf