Fare l’amore dopo un tumore alla prostata. Il cancro va tolto, a prescindere dalla sessualità, ma spesso questa entra in crisi. Tre milioni di coppie dopo la prostatectomia totale (asportazione della prostata colpita da tumore), hanno difficoltà: gli effetti collaterali dell’intervento chirurgico comportano impotenza nel 70% dei casi. Questo nonostante le sofisticate e moderne tecniche chirurgiche. Curare l’impotenza anche in questi casi è possibile, l’importante è riuscire a superare l’impatto e parlarne con il proprio medico specialista, l’andrologo.
In alcuni casi possono bastare dei farmaci specifici per stimolare l’erezione, ma nei casi più difficili si può ricorrere alle protesi peniene. La questione provoca ancora un certo imbarazzo negli interessati, ma va superato se si vuole tornare ad amare, ad avere rapporti sessuali, cosa importante per il ritorno alla vita normale dopo un tumore. Con il passare del tempo, si sono diffusi su tutto il territorio italiano, dei centri d’eccellenza per la chirurgia peniena, anche al sud, così non sono necessari lunghi viaggi della speranza. Nel Mezzogiorno, un reparto all’avanguardia in questo senso si trova presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli. Spiega il dottor Maurizio Carrino, urologo del nosocomio:
“le protesi peniene idrauliche di ultima generazione consentono un’erezione simile a quella fisiologica e prevedono l’inserimento all’interno dei cilindri naturali del pene, i corpi cavernosi, di due cilindri artificiali collegati ad una pompa di controllo, a livello dello scroto, e ad un serbatoio contenente del liquido. L’uomo può così ottenere un’ erezione quando vuole con la stessa sensibilità e capacità di orgasmo presenti prima dell’intervento premendo un attivatore a pressione posto sotto la cute dello scroto tra i due testicoli”.
Purtroppo le informazioni riguardo a questa tecnica sono poco diffuse, dagli stessi medici. Tale metodica aiuterebbe anche gli oltre 400.000 italiani colpiti da impotenza grave farmaco-resistente: pensate che lo scorso anno sono stati realizzati in Italia solo 1200 interventi di protesi peniena, lo 0,4% di chi ne avrebbe giovato. Conclude Carrino:
“Al Cardarelli, grazie a un budget particolare messo a disposizione dai vertici aziendali vengono effettuati almeno 15 impianti protesici idraulici senza alcuna costo economico per il paziente. Un dato molto importante se si considera che in Italia alcuni ospedali hanno problemi ad acquistare le protesi proprio per via dei loro budget e spesso il paziente è costretto a ricorrere presso strutture private a suo totale carico economico. Per questo motivo il Cardarelli è il principale ospedale che effettua chirurgia protesica ricostruttiva in Campania” .
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