Si è concluso il nostro sondaggio sull’uso e l’abuso del taglio cesareo in Italia. Avevamo sentito il bisogno della vostra opinione riguardo ai fatti di cronaca non troppo felici che hanno riguardato le sale parto italiane nelle ultime settimane. Troppi casi “sospetti”, un gran numero di complicanze inaspettate e forse un’eccessiva enfasi mediatica hanno posto l’accento su un problema che si conosceva e sul quale il Ministero della Salute stava già lavorando.
Da qui il nostro sondaggio. “Il parto cesareo, in Italia la percentuale più alta d’Europa. Perché secondo voi?” Le vostre risposte mi hanno colto di sorpresa.
Per il 36% dei lettori di Medicinalive che ha partecipato (anche grazie alla nostra pagina di facebook) la causa risiede nell’aumento dell’età media delle partorienti e nelle complicanze correlate.
Segue con il 22% l’opinione che sia la donna a richiedere il cesareo per avere la garanzia dell’anestesia, troppe volte negata!
Stessa percentuale per chi ritiene che si effettui l’intervento chirurgico perché di più facile e rapida gestione organizzativa.
Ed infine un buon 20 % ritiene che sia il medico a scegliere il parto cesareo per una sua maggiore tutela legale.
Abbiamo chiesto un commento al Prof. Giovan Battista Serra, uno dei maggiori esperti italiani e Past President della Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia.
“ Sono tutte ipotesi corrette: è vero ad esempio che c’è un maggior rischio di cesareo con l’aumentare dell’età delle mamme. L’organismo, dopo i 38-39 anni è più soggetto ad esempio a diabete ed ipertensione. In questi casi si tende a programmare il cesareo per salvaguardare la vita della donna e del bambino, o è più facile che ci siano degli interventi di urgenza.
Sono valide però anche le altre ipotesi che i vostri lettori hanno votato, approssimativamente con le stesse percentuali: il tutto però ha a che fare con l’organizzazione delle strutture ospedaliere e dei punti nascita stessi.
L’epidurale non è quasi mai garantita durante una nascita fisiologica, perché necessiterebbe della presenza costante, in sala parto, di un anestesista in grado di fare questo tipo di analgesia. Ed in Italia per il momento è impossibile.
E’ anche vero che è più semplice dal punto di vista organizzativo gestire un intervento chirurgico, come il cesareo piuttosto che una sala parto funzionante con tutto il personale 24 ore su 24.
In ultimo, non va dimenticato che il medico non sempre si sente adeguatamente tutelato, ma questo è un discorso più ampio.”
Il prof. Serra ricorda inoltre che la mortalità materna e neonatale in Italia è minima: abbiamo la migliore ostetricia del mondo, (lo affermano anche gli ultimi dati dell’Oms). Purtroppo quello che sta accadendo in questo periodo non sarebbe casuale e potrebbe peggiorare se non si attua una inversione di tendenza.
Affronteremo di nuovo il tema domani, con un’intervista che Serra ci rilascerà in apertura del 18° Congresso dell’AGUI Associazione Ginecologi Universitari Italiani dal titolo “Ospedali e territorio dedicati alla donna”, al quale parteciperà in qualità di relatore.