L’olio di cocco è efficace contro l’Alzheimer? Si tratta di un’ipotesi al momento, nulla di più. E della storia di un uomo che ha visto migliorare le sue condizioni di vita grazie alla moglie, un medico scrupoloso ed attento. Il libro che racconta questa storia è già un best-seller negli Stati Uniti. A noi interessa il lato medico della questione. Conosciamolo insieme.
Se trovasse un importante riscontro clinico, ciò che la dott.ssa Mary Newport ha riportato nel suo libro “Alzheimer’s Disease: What If There Was a Cure?” (Alzheimer, e se ci fosse una cura?, N.d.R.) potrebbe rappresentare concretamente una speranza di ripresa per tutti coloro affetti da questa patologia e dalla demenza correlata.
Secondo la donna si potrebbe trattare la malattia senza dover ricorrere per forza ai farmaci chimici tradizionali, molto costosi e dall’effetto decisamente transitorio rispetto al decorso dell’Alzheimer. La soluzione, infatti, risiederebbe del cibo o meglio, in un solo alimento: l’olio di cocco, in grado di agire direttamente sul cervello e sul decorso della patologia. La dott.ssa Newport ha eseguito diverse sperimentazioni nella speranza di poter guarire o per lo meno far migliorare le condizioni di vita del marito, fino a che non è giunta alla dieta chetonica. Essa, secondo studi pregressi, sarebbe stata capace di curare alcuni disturbi neurologici come l’epilessia.
I chetoni sono sottoprodotti della ripartizione dei grassi nel corpo che vengono normalmente prodotti dall’organismo, anche se in quantità ridotte. La donna voleva ottenere la crescita di una loro particolare tipologia, i trigliceridi a catena media (MCT), di cui l’olio di cocco e l’olio di palma delle fonti di approvvigionamento più che soddisfacenti.
Assumere gli MCT stimola il fegato a trasformarli in chetoni ed a far sì che il cervello e gli altri organi li usino come “combustibile” al posto degli zuccheri. Non solo, si tratta anche di una tipologia di grassi che non vengono immagazzinati con facilità come il normale adipe. A livello medico la teoria proposta dalla dott.ssa Mary Newport è quella che i chetoni possano essere utilizzati come fonte alternativa di energia. In seguito ad un’assunzione spesso pari a 11 cucchiai di olio di cocco al giorno, e lo sviluppo di qualche problema gastrointestinale, il marito della donna ha mostrato un miglioramento della memoria a breve termine e della deambulazione ed una riduzione dei problemi visivi e della depressione. Una risonanza magnetica ha supportato questi risultati mostrando un arresto del processo di contrazione del cervello.
Molti scienziati sono scettici. La domanda è: perché non provare a validare o confutare l’ipotesi della dott.ssa Newport attraverso uno studio ufficiale? La storia, oltre che nel libro è stata riportata all’interno di un’articolo della donna pubblicato sulla rivista dell’Università di Berkley.
Fonte: Berkley Health Online
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