La prima gravidanza dopo l’approvazione della fecondazione eterologa è finalmente avvenuta. Il “lieto evento” è occorso a Roma, presso la struttura dell’European Hospitalal nel Centro di Medicina della Riproduzione della struttura.
fecondazione in vitro
Fecondazione in vitro, maggiori possibilità di successo grazie a nuovi esami genetici
Dall’European Hospital di Roma arrivano importanti novità per le coppie che ricorrono alla fecondazione in vitro per avere un bambino: secondo quanto pubblicato sulla rivista Biomed Research International, grazie ad alcuni esami genetici molto specifici si riuscirebbero ad aumentare di un bel po’ le percentuali di successo della gravidanza nella donna che ricorre a fecondazione.
Vitamina D, aumenta successo di fecondazione in vitro
La vitamina D, nota per le sue proprietà protettive nei confronti dell’osteoporosi e del sistema immunitario sembra svolgere un ruolo determinante nel concepimento. A questa conclusione sono giunti già nel 2010 alcuni ricercatori della Kocaeli University in Turchia: le donne sottoposte a fecondazione in vitro che assumevano i livelli raccomandati di vitamina d (30 ng/mil) hanno avuto un maggior successo di gravidanza.
Mamme dopo i 50 anni? Con la fecondazione in vitro la gravidanza è sicura
Ci hanno sempre detto che già dopo i 40 anni le gravidanze sono a rischio. Ma con molte donne che arrivano a potersi permettere un figlio sempre più tardi nella vita, bisognava trovare nuove strade. Una di queste è stata individuata dalla Columbia University e prevede la fecondazione in vitro con ovuli di donne giovani. In questo modo anche le donne che hanno superato la menopausa possono ancora rimanere incinte e partorire.
Mamme “nonne”, esiste un turismo della procreazione?
In queste ultime settimane, le gravidanze delle “mamme-nonne” , ovvero di donne avanti con l’età ed in menopausa, hanno riempito le pagine dei giornali ed i salotti dei ben pensanti. Ci si chiede infatti quanto possa essere giusto a livello etico e sociale, un concepimento fuori dall’età fertile. La legge 40 in Italia non lo concede, quindi le persone si rivolgono all’estero per ottenere la propria fecondazione assistita. Possiamo parlare di turismo della procreazione?
Fertilità: il segreto in una risata
Si parla molto di medicina naturale e del benessere che deriva dal buonumore. Che si tratti di prodotti di erboristeria anti-stress o benefici dell’attività fisica, non vi è dubbio che per mantenere i nostri corpi in forma non si può fare affidamento soltanto sui farmaci. Per questo da anni gli scienziati stanno studiando un’attività tanto antica quanto misteriosa: il riso? Sembra abbastanza evidente che il riso sia un bene per la salute mentale, ma ora pare che possa avere anche benefici fisiologici.
Uno studio effettuato in Israele garantisce che il ridere regolarmente può aiutare a concepire figli. Secondo il Guardian, dove è stata pubblicata la ricerca, gli studiosi hanno osservato le donne che si erano sottoposte ad una fecondazione in vitro, ed hanno registrato enormi aumenti dei tassi di concepimento, passando dal 20% al 36% tra le pazienti che hanno ricevuto una visita di 15 minuti di un “clown medico” dopo essersi sottoposte all’intervento.
Fecondazione assistita e Legge 40: il punto della situazione
La fecondazione assistita: questa settimana sembra non si parli d’altro. Tra tante critiche provenienti dal mondo cattolico al premio Nobel assegnato a Robert Edwards, fisiologo ideatore della fecondazione in vitro, si è inserita oggi un’obiezione di costituzionalità riguardo la Legge 40/2004.
Il caso nasce dalla richiesta di una coppia fiorentina di poter ricorrere alla fecondazione eterologa vietata da questa normativa. Il giudice a cui si sono rivolti ha rimesso la decisione alla Consulta.
Negli ultimi anni, si è assistito all’aumento delle nascite conseguenti a Pma (procreazione medicalmente assistita), come pure si è innalzata l’età media delle donne che hanno deciso di sottoporsi a questa tecnica. Purtroppo però secondo i dati presentati di recente dall’Eshre (Società europea di riproduzione umana ed embriologia) è in crescita anche il numero di coppie italiane che si rivolge a strutture straniere, emigra pur di poter avere un figlio.
Nobel per la medicina: va al padre della fecondazione in vitro
La nascita che vedete nelle storiche immagini è quella di Louise Brown, la prima bimba concepita e venuta al mondo con la provetta. Dopo di lei altri 4 milioni di bambini sono nati grazie alla fecondazione assistita. E’ per questo motivo che il Premio Nobel per la Medicina è andato poche ore fa a Robert Edward, pioniere della tecnica che ha rivoluzionato le possibilità di nascita, offrendo molte speranze a chi non le aveva. Proprio a partire dai coniugi Brown genitori che si sottoposero alla metodica sapendo che era sperimentale, ma non consapevoli di essere i primi a dare al mondo una bambina con la fecondazione in vitro.
Avevano tentato per ben 9 anni, senza riuscire, a causa di una malformazione alle tube di falloppio di mamma Lesley. La bimba nacque nacque alle ore 23,47 presso l’Oldham General Hospital con un parto cesareo programmato. Pesava 2,608 kg.
Louise ha avuto una sorella, Natalie, pure concepita in vitro, che è stata la prima “figlia della provetta” a dare alla luce un bimbo nel 1999. Anche Louise Joy Brown è diventata mamma, naturalmente. Il resto è storia, quanto mai attuale.
La fecondazione assistita aumenta il rischio di malformazione del neonato
Un nuovo studio ha rilevato una maggiore incidenza di difetti alla nascita tra i bambini concepiti con fecondazione assistita, rispetto ai bambini concepiti naturalmente. Nello studio, quasi il 3% dei bambini concepiti con fecondazione assistita hanno ricevuto una diagnosi di un grave difetto di nascita, rispetto a meno del 2% dei bambini concepiti naturalmente, ha spiegato il dottor Darine El-Chaar e colleghi dell’Hospital Ottawa in Ontario, Canada.
I ricercatori hanno esaminato tutti i parti nella provincia dell’Ontario, nel 2005 per i quali erano disponibili informazioni in materia di assistenza riproduttiva. La loro analisi ha incluso 43.462 bambini concepiti naturalmente; 298 alle cui madri erano stati somministrati farmaci per incentivare l’ovulazione; 173 concepiti quando lo sperma è stato iniettato nell’utero della madre (inseminazione intrauterina), e 319 nati da fecondazione in vitro (IVF).
Tra i neonati concepiti con qualsiasi tipo di assistenza, al 2,91% è stato diagnosticato un grave difetto di nascita nel grembo materno, o subito dopo la nascita, rispetto all’1,86% dei bambini concepiti naturalmente.