Proteinuria alta, rischi e cure

Quali sono i rischi di una proteinuria alta? Con questo termine si indica una grande quantità di proteine nelle urine. E’ una condizione anomala, segno equivalente ad un cattivo funzionamento dei reni. Di per se stessa la proteinuria alta non comporta dei rischi concreti, ma questi sono collegati alla malattia renale che la provoca.

Sindrome di Alport tutte le cure

Come si cura la sindrome di Alport? Ma soprattutto: si può curare? Trattandosi di una malattia genetica e rara -come purtroppo spesso accade in questi casi- la risposta non è semplice. Non si può guarire da questa condizione, ma si possono fare numerose cose per rallentare l’evolversi dei sintomi. Ecco quali:

Sindrome di Alport, tutti i sintomi e cosa fare

La Sindrome di Alport è una patologia ereditaria, che può condurre a malattia renale cronica, condizione in cui i reni progressivamente smettono di funzionare: dopo la sindrome del rene policistico è la seconda causa di malattia renale cronica. Nello specifico questa patologia colpisce i glomeruli (i vasi sanguigni capillari) che aiutano con il processo di filtraggio dei reni, ma può riguardare anche altri organi come l’orecchio e l’apparato uditivo o la vista, con una serie di sintomi ben diversi tra loro. Ecco quali sono.

Nefrite da iga, fare sport è pericoloso?

Richiesta di Consulto Medico
Ho questa patologia dal 1995, nefrite da iga, in tratttamento con delle dosi minime di cortisone 2,5 mlg. al gg: è sotto controllo con ottimi risultati. Sono uno sportivo ed in particolare faccio il podista con svolgimento di alcune maratone, volevo sapere se lo sforzo fisico aggrava la malattia, se puo danneggiare la funzionalità renale?Grazie e saluti”.

Proteinuria alta, esame urine: valori, cause e cosa fare

 

 

Proteinuria: con questo termine ci si riferisce ad una analisi delle urine volta ad individuare la presenza anomala di proteine, ovvero valori troppo alti che possono essere sinonimo di un mal funzionamento dei reni. Il test si svolge semplicemente immergendo una striscia reattiva nel  campione di urine del paziente: si rilevano così la quantità e la qualità delle proteine presenti, ambedue fattori importanti per una diagnosi più precisa. Ma vediamo nel dettaglio.

Un’incognita chiamata preeclampsia

La diagnosi di preeclampsia è spesso incerta, perché la valutazione della proteinuria tramite raccolta delle urine delle 24 ore presenta non poche complicazioni e limitazioni, e molte donne arrivano al parto prima di averla completata in modo affidabile. Secondo una revisione sistematica appena pubblicata sul British Medical Journal, però, la valutazione del rapporto proteine/creatinina rappresenta un’alternativa ragionevole per escludere una proteinuria superiore a 0,3 grammi al giorno, e con essa la diagnosi di preeclampsia.

 Oltre otto milioni di donne vengono colpite ogni anno da questa complicanza, con una percentuale di rischio stimata globalmente tra il 2 e l’8% di tutte le gravidanze (in Italia l’incidenza è inferiore) Gli esiti variano molto in base al contesto: la mortalità, in particolare, è dello 0,72% nei Paesi industrializzati, ma sale addirittura al 5,2% nei Paesi in via di sviluppo, a riprova del fatto che esistono strumenti efficaci per prevenirla e limitarne le conseguenze.