Il cancro al seno si può sconfiggere grazie soprattutto alla diagnosi precoce. E’ con questo obiettivo che è partita la nuova campagna nazionale per la prevenzione del tumore della mammella, organizzata come ogni anno dalla Lilt (Lega Italiana Lotta ai Tumori). Si chiama “Nastro Rosa” e mette a disposizione delle donne ben 390 ambulatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, per visite senologiche ed esami strumentali gratuiti per i quali occorrerebbero mesi di prenotazione presso una struttura pubblica.
L’incidenza del tumore al seno purtroppo aumenta costantemente: circa 41.000 nuove diagnosi ogni anno. Eppure la mortalità non è mai stata così bassa negli ultimi 40 anni. Ciò significa che la strada intrapresa è quella giusta: la diagnosi precoce, grazie ad una tecnologia sempre più avanzata, permette con innovativi macchinari per la risonanza magnetica, l’ecografia o la mammografia, di individuare tumori di pochissimi millimetri. Non solo: anche i farmaci, sempre più precisi, mirati ed efficaci aiutano notevolmente in questa battaglia. 8 donne su 10 arrivano a sconfiggere definitivamente il tumore al seno.
In apertura della nuova campagna di prevenzione il Prof. Francesco Schittulli Presidente della Lilt ha però sottolineato un altro dato, che forse non si ricorda abbastanza: una donna su sette colpita da questa patologia ha meno di 40 anni. Lo screening previsto dal servizio sanitario nazionale non prende in considerazione donne così giovani. E purtroppo neppure gli stessi medici a volte.
Nell’arco della mia esperienza professionale mi sono trovata spesso a parlare di tumore al seno e le donne che ho incontrato erano per la maggior parte giovani. Più giovani di me. Ed avevano scoperto il cancro per caso, alcune piuttosto tardivamente, il che aveva comportato la perdita del seno (benché oggi con la chirurgia plastica ricostruttiva non sia più questo un problema).
Superati i 36 anni ho deciso così fare un contro: ho dovuto insistere con il mio medico di base affinché mi prescrivesse la giusta indagine diagnostica ed anche al momento dell’ecografia è accaduta la stessa cosa. Questa estate a 42 anni mi sono riattivata nel percorso! Presso un consultorio mi sono sottoposta a visita senologica. Tutto ok, non sono state necessarie altre indagini. Ho chiesto dopo quanto tempo sarebbe stato opportuno tornare e mi hanno risposto: “quando vuole, tanto prima dei 50 anni non serve”. Io non ci sto! Non accetto queste risposte perché un tumore non chiede i dati anagrafici. Il fatto che le percentuali vedano un rischio alto in altre fasce d’età non significa che fino alla menopausa non possa venire un cancro al seno.
Con questo non voglio invitare tutte le donne a correre a fare test: solo ogni tanto a pensare alla propria salute con consapevolezza: “prevenire è vivere” dicono alla Lilt! Affidatevi a loro: chiamate il numero verde 800-998877 o visitate i siti www.nastrorosa.it e www.lilt.it.