L’obesità si può curare con la chirurgia. In questi casi si parla di chirurgia bariatrica, specifica per indurre un deciso calo ponderale. Si tratta di una tecnica nata in Italia negli anni ’70 sviluppatasi però solo di recente con l’avvento della laparoscopia, poco invasiva rispetto alle metodiche tradizionali. Stiamo parlando ovviamente di casi di obesità gravi per cui questa soluzione diventa un importante salvavita.
Troppo spesso i chili in eccesso vengono considerati solo dal punto di vista estetico ed un intervento di questo tipo sembra essere superfluo, paragonabile alla chirurgia estetica. Così non è: le persone gravemente obese solitamente soffrono di diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, problemi alla colonna vertebrale e, ormai è statisticamente accertato, hanno un maggiore rischio di contrarre il cancro.
La chirurgia bariatrica riduce di molto tutte queste complicanze, tant’è che si è addirittura sviluppata una tecnica specifica solo per trattare il diabete. Esistono delle linee guida riconosciute a livello mondiale che stabiliscono dei limiti a questo tipo di intervento, che comunque comporta dei rischi. Per essere operato il paziente obeso deve soddisfare le seguenti 5 condizioni
- BMI> 40 kg/m² (o BMI>35 kg/m² in presenza di comorbidità associate), cioè un indice di massa corporea superiore a 40 o 35 se si è in presenza di altre patologie correlate.
- Età compresa tra 18 e 60 anni (esistono anche valutazioni specifiche per adolescenti)
- Obesità di durata superiore ai 5 anni
- Fallimento dimostrato di tutte le altre tecniche per dimagrire non chirurgiche (come dieta e attività motoria).
- Disponibilità e capacità di seguire un follow-up post-operatorio a lungo termine.
Gli interventi in questione sono essenzialmente di tre tipi
1. Riduzione gastrica: riducendo il volume gastrico si raggiunge la più facilmente il senso di sazietà.
2. Interventi di malassorbimento (by-pass): agendo sull’assorbimento degli alimenti, non permettono di ingrassare e provocano un consistente calo ponderale. Gli effetti collaterali però sono ben noti, per cui si rischiano carenze nutrizionali importanti, come l’anemia. E’ necessaria l’assunzione costante e precisa di integratori alimentari.
3. Lipectomia: ovvero la riduzione di peso attraverso l’eliminazione diretta del tessuto adiposo. E’ un intervento chirurgico solitamente riservato a chi ha già subito una delle altre tecniche.
Anche se alcune ricerche hanno evidenziato un aumento di mortalità nei pazienti trattati con queste tecniche, i numeri identificati sono sempre inferiori a chi invece muore per le complicanze dovute all‘obesità. E’ questo l’intento delle linee guida: valutare il rapporto tra rischio e beneficio della chirurgia bariatrica. Vedi il caso del paziente americano di cui vi abbiamo parlato tempo fa!
[Fonte: Sio]