I danni causati dalla sclerosi multipla potrebbero essere invertiti, attivando le cellule staminali in grado di riparare le lesioni del sistema nervoso centrale. A dimostrarlo è uno studio effettuato dai ricercatori delle Università di Cambridge ed Edimburgo, i quali hanno identificato un meccanismo essenziale per la rigenerazione degli strati isolanti, noti come guaine di mielina, che proteggono le fibre nervose nel cervello.
Ulteriori studi sui roditori hanno mostrato come questo meccanismo possa essere sfruttato per permettere alle cellule staminali del cervello di rigenerare la nuova mielina. Nella sclerosi multipla, la perdita di mielina porta al danneggiamento delle fibre nervose del cervello. Queste fibre sono importanti perchè inviano messaggi ad altre parti del corpo. Gli scienziati ritengono che questa ricerca aiuterà ad individuare i farmaci per favorire la riparazione della mielina nei pazienti con sclerosi multipla.
Il professor Robin Franklin, direttore della MS Society del Cambridge Centre for Myelin Repair presso l’Università di Cambridge, ha spiegato:
Le terapie per riparare i danni sono l’anello mancante nel trattamento della sclerosi multipla. In questo studio abbiamo identificato un mezzo attraverso il quale le staminali del cervello possono essere stimolate ad intraprendere questa riparazione, aprendo la possibilità di una nuova medicina rigenerativa per questa malattia devastante.
Il professor Charles ffrench-Constant, dell’Università di Edimburgo ha aggiunto:
Lo scopo della nostra ricerca è quello di rallentare la progressione della sclerosi multipla con l’obiettivo finale di fermare ed invertire la tendenza. Questa scoperta è davvero eccitante perché ha il potenziale di aprire la strada per trovare farmaci che possano aiutare nella riparazione dei danni causati agli strati importanti che proteggono le cellule nervose del cervello.
La sclerosi multipla colpisce diverse milioni di persone in tutto il mondo, specialmente di età compresa tra 20 e 40 anni. Questa scoperta potrebbe salvare potenzialmente milioni di vite. Lo studio, finanziato dalla MS Society nel Regno Unito e dalla National Multiple Sclerosis Society americana, è stato pubblicato su Nature Neuroscience.
[Fonte: Sciencedaily]