Tanta gente che soffre di obesità o è semplicemente in sovrappeso non ci prova nemmeno a mettersi a dieta e a fare attività fisica, perché crede che, siccome in famiglia sono tutti obesi, non c’è nulla da fare per evitarlo. Sbagliato! Sebbene l’attività fisica non possa essere la soluzione di tutti i mali, potrebbe essere un ottimo modo per tenere sotto controllo la malattia, predisposizione genetica o no.
Ad affermarlo è una ricerca effettuata presso il Medical Research Council’s Epidemiology Unit di Cambridge, Inghilterra, dove sono stati analizzati 20 mila abitanti della cittadina di Norfolk, comprendendo anche la eventuale presenza del cosiddetto “gene dell’obesità“.
Il gene dell’obesità in realtà non è un gene che se si ha, è matematico che una persona diventi obesa, ma è semplicemente un difetto che favorisce l’insorgere della condizione. I ricercatori lo chiamano FTO (ovvero, Fat mass and obesity associated), in pratica una condizione che porta a favorire i cibi “spazzatura” e i dolci, i quali per definizione hanno una gran quantità di calorie, e di conseguenza favoriscono i chili di troppo. Secondo alcune stime, il 14% dei pazienti a cui è stato diagnosticato questo difetto aveva il 50% in più di rischio di ammalarsi di diabete ed il 70% in più di essere obeso, mentre nel 49% dei pazienti con questo difetto il rischio di diabete aumentava del 25% e l’obesità saliva del 30%.
Il gene difettoso “spingerebbe” le persone che lo hanno a mangiare mediamente 100 calorie in più a pasto in media, ma questo problema potrebbe essere risolto con dell’attività fisica. Se infatti il vostro corpo può aver bisogno di mangiare di più, c’è anche la possibilità di fargli bruciare quelle 100 calorie in più che ha ingurgitato. Non c’è bisogno di passare ore in palestra tutti i giorni. Secondo la professoressa Ruth Loos che ha condotto lo studio, intervistata dal Daily Mail, basterebbe una leggera attività fisica come una passeggiata con il cane o fare del giardinaggio per ottenere lo stesso scopo.
In altre parole, significa che non siamo completamente schiavi dei nostri geni e che un cambiamento di abitudini può davvero fare una grossa differenza per il nostro benessere. La nostra scoperta dimostra come uno stile di vita fisicamente attivo sia associato ad una riduzione del 40% della predisposizione genetica all’obesità comune pertanto, promuovere l’attività fisica, in particolare in coloro che sono geneticamente predisposti all’obesità, può essere un approccio importante se si vuole arrivare ad un controllo della malattia
ha concluso la dottoressa.
[Fonte: Corriere della Sera]