Malasanità in sala parto ed alto numero di parti chirurgici? Presto le linee guida sul taglio cesareo, tra l’altro già programmate da tempo, mentre per i drammatici fatti recenti bisognerà attendere i risultati delle indagini degli organi preposti.
Questo il succo della risposta del Ministro per la Salute Ferruccio Fazio all’interrogazione parlamentare voluta dalla deputata Carla Castellani.
Effettivamente, il ministro non ha potuto che ricordare che un percorso di controllo e regolamentazione è già stato attivato. Anzi, nel 2008, un accordo stato-regioni ha affidato al Ministero della Salute la funzione di osservatorio per il monitoraggio di alcuni eventi particolari e sfavorevoli, definiti “sentinella”e tra questi è compresa la morte materna o la malattia grave collegata al parto o al travaglio.
Si ha così un monitoraggio costante degli eventi avversi che nel caso specifico raggiunge il 4,7% delle segnalazioni totali.
Ne avevamo parlato tempo fa (qui) riportandovi la casistica attuale ed il lavoro avviato presso il sistema nazionale delle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Fazio ha infatti ricordato che già nel Febbraio 2010 è stato prodotto e diffuso un documento importante al riguardo: “Il taglio cesareo: una scelta appropriata e consapevole”(pdf).
Il testo evidenzia l’importanza della comunicazione tra donne ed operatori sanitari sulla modalità del parto ed stato affiancato da una versione divulgativa, un opuscolo, da distribuire alle neo-mamme: il “Taglio cesareo solo quando serve”.
Il Ministro per la Salute ha dunque assicurato il completamento di queste linee guida per i prossimi mesi.
Ma vogliamo ricordare qualche cifra? I fatti drammatici riportati dalla cronaca si inseriscono nel seguente contesto: la mortalità materna al momento del parto si è ridotta del 34 % negli ultimi anni, secondo le stime dell’Oms e di altre organizzazioni sanitarie ed umanitarie.
Ma siamo ancora a quota 358.000 decessi l’anno. Ciò significa che muoiono di parto almeno 1000 donne al giorno. Per lo più nel sud del mondo, nei paesi poveri e questo credo meriti un approfondimento a parte.
Nei paesi occidentali ed industrializzati perdono la vita nel dare alla luce un figlio ”solo” 5 donne al giorno. Sempre troppe!
Delle complicazioni ci possono sempre essere e sono comprensibili, come pure l’errore umano a volte. Questo avviene (ce lo stiamo dimenticando?) non solo in sala parto, ma in tutti i reparti chirurgici.
Il fatto è che in Italia abbiamo la più alta percentuale di tagli cesarei d’Europa: il 37 %, mentre secondo le indicazioni dell’Oms, non è necessario più di un cesareo ogni 7 nascite.
Perché è così frequente la scelta di un intervento chirurgico che ha dei rischi in più rispetto ad un parto fisiologico? Motivi clinici per giustificare certi numeri non ce ne sono: in Campania la percentuale arriva al 62%!!!.
Si sta cercando di trovare delle risposte certe (qui) per arginare il fenomeno, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Per assurdo sembra che il medico si senta più tutelato, in altri casi è la donna a richiederlo….perché non gli viene offerta l’epidurale contro il dolore. Si cerca di analizzare il fenomeno su più fronti.
A noi di Medicinalive farebbe piacere la vostra opinione. Voglio proporvi questo sondaggio.
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