Quando pensiamo alla salute delle donne relativamente all’oncologia ci viene subito in mente il cancro al seno, il big killer tra la popolazione femminile. Eppure ci sono altri rischi da non sottovalutare: uno tra questi è il carcinoma polmonare, il secondo per morti dopo quello al seno.
Forse non tutti sanno che le donne sono geneticamente più a rischio degli uomini per lo sviluppo di tumore al polmone, indipendentemente dall’abitudine al fumo.
Per la precisione ne è a conoscenza solo il 7% delle italiane. Sono i dati diffusi da uno studio presentato ieri a Montecitorio, promosso dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da), con il supporto di AstraZeneca, e realizzato da Elma Research su un campione di 600 italiani, tra uomini e donne, di età compresa fra i 25 e i 60 anni.
Pensate che solo il 3% si sente esposta al rischio e solo il 32% è a conoscenza dell’aumento delle morti avvenuto negli ultimi anni nella popolazione femminile.
Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da, spiega che
Sottovalutare il tumore del polmone per una donna è un grave errore. Come confermano i nostri dati, questa neoplasia è ancora troppo sentita come malattia del fumatore e gli atteggiamenti verso l’informazione, la prevenzione, la diagnosi e le cure non sono quindi affrontate con sufficiente consapevolezza. Dunque i primi impegni per invertire questo trend negativo devono quindi essere rivolti alla sensibilizzazione, cominciando dalla popolazione e dall’opinione pubblica.
A livello di cura, nel nostro network Bollini Rosa, esistono ospedali che offrono servizi mirati alle donne, ad esempio il Programma Mamme libere dal fumo ed i centri antifumo che impostano interventi personalizzati per aiutare la donna a smettere di fumare e mantenersi astinente.
Il Prof. Armando Santoro, Responsabile del Dipartimento di Oncologia Medica ed Ematologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano ha spiegato come il tumore al polmone rappresenti oggi una vera e propria emergenza sociale, con circa 35-40 mila morti all’anno solo in Italia. Ogni anno nel nostro Paese si registrano 30-35 mila nuovi casi: sempre meno tra gli uomini, sempre più tra le donne. La percentuale è del 26,6% delle donne contro il 19.9% degli uomini: l’adenocarcinoma ha fatto registrare un picco del 21,6% dei casi nelle donne negli ultimi anni, rispetto al 9,6% tra la popolazione maschile.
Le donne si ammalano nel 23,3% dei casi prima dei cinquant’anni, mentre gli uomini dopo (nel 78% dei casi).