Lo studio completo che ne descrive caratteristiche, funzionalità e potenzialità sarà pubblicato il 25 gennaio prossimo sull’autorevole rivista di divulgazione scientifica americana ACS Nano, ma la presentazione in anteprima mondiale di una nuova tecnica tutta italiana per la cura delle lesioni al midollo post-traumatiche, si è svolta oggi a Roma, presso l’Istituto Casa Sollievo della Sofferenza-Mendel.
Siamo nel campo delle nanotecnologie, terreno fertile per nuove terapie rivolte ai pazienti paraplegici. Loro sono il Professor Angelo Vescovi, Direttore Scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza Opera di San Pio da Pietrelcina, Direttore del Centro di Nanomedicina e Ingegneria dei Tessuti dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda e Professore associato di Biologia Applicata nell’Università di Milano-Bicocca, e Fabrizio Gelain. La tecnica di riparazione dei tessuti si basa su una neuro-protesi biologica, trapiantata a struttura tubolare, che è capace di rigenerare le fibre nervose spinali ed il midollo danneggiato.
Il modello di danno spinale sul quale ha avuto successo negli animali mielolesi è analogo a quello subito da pazienti para e tetraplegici.
Il procedimento consta di un trapianto di protesi tubulari nelle cavità della lesione spinale. Si tratta di guaine cilindriche realizzate in laboratorio con
materiali biologici di sintesi con funzione di supporto (scaffolds) – nano strutturate e bio-riassorbibili,
in grado di ricostruire il tessuto del midollo spinale.
La protesi, essendo biologica, verrà riassorbita e si dissolverà dopo aver espletato il suo compito, ovvero generare un nuovo tessuto che va a riparare le cisti e le cicatrici che impediscono nei pazienti paralizzati di far passare gli impulsi nervosi.
In questo modo si può riacquistare in gran parte la funzionalità degli arti paralizzati.
Ricercatori sono riusciti a far muovere le zampe ad un ratto paralizzato
Nanotecnologia italiana per lesioni al midollo
[Fonte e Foto: Agi Salute]