Il rientro a scuola è l’occasione giusta per pensare agli occhi dei più piccoli. Quando fare la prima visita, a cosa prestare attenzione, di fronte a quali comportamenti allarmarsi? Spiega la dottoressa Maria Cristina Torcè, responsabile dell’ambulatorio di Oftalmologia Pediatrica dell’Ospedale Pertini di Roma
«Alcuni segnali sono inequivocabili, per esempio quando il bambino si avvicina troppo alla televisione o agli oggetti, o quando non riconosce bene da lontano, se si stropiccia gli occhi o se socchiude le palpebre per cercare di vedere meglio»
Tutte difficoltà, comunque, che dovrebbero essere rilevate alla prima visita che, se il bambino non ha problemi alla nascita, va fatta attorno ai due anni e mezzo-tre anni. Senza ritardi, perché alcune patologie possono essere risolte molto bene ma soltanto se individuate precocemente. La tappa successiva è la visita tra 5 e 6 anni.
«A quell’età sono già in grado di riferire se vedono male la lavagna, o se hanno cefalea dopo uno sforzo visivo prolungato. A questo proposito bisogna evitare che stiano per ore davanti a tv e videogiochi perché, se è vero che non provocano difetti visivi, è altrettanto vero che affaticano gli occhi, soprattutto se il bambino gioca a lungo e a distanza ravvicinata. Per questo consiglio non più di un’ora al giorno per videogiochi e tv, ad una distanza di almeno due metri per un 21 pollici, e via aumentando a seconda della dimensione della tv. Poi è bene che i genitori cerchino di correggere le cattive abitudini dei bambini, che tendono quasi a sdraiarsi sui libri quando scrivono, assumendo posizioni scorrette. Queste cattive abitudini non provocano danni all’apparato visivo ma determinano una situazione di affaticamento, anche nel rendimento scolastico. Inoltre è bene evitare l’illuminazione diretta, soprattutto con le lampade alogene su libri o quaderni, meglio una buona luce ambientale»
Per quanto riguarda le attività extrascolastiche, qualche precauzione per il nuoto.
«Il cloro non fa venire la congiuntivite, ma è bene sciacquare sempre gli occhi con acqua non clorata e instillare dei colliri lubrificanti. Oltre a far indossare gli occhialini. Inoltre ricordo che gli occhiali da sole non vanno indossati solo al mare o in montagna ma in ogni caso quando c’è molta luce, e dunque anche in città. Inutile ripetere che gli occhiali non vanno comprati per strada o nei negozi di giocattoli perchè le lenti non hanno filtri per i raggi UV, i più dannosi»
Infine è importante che anche gli insegnanti controllino gli atteggiamenti dei bambini in modo da poter allenare i medici scolastici.
«Molti piccoli arrivano in ospedale proprio perchè, negli screening a scuola, è stata individuata qualche patologia. Peccato che la prevenzione costi più delle cure…».