Più di quattromila esperti (neurologi ed epilettologi) provenienti da tutto il mondo si sono incontrati in questi giorni a Roma, in occasione del 29° Congresso Internazionale sull’Epilessia. Al centro del convegno, le nuove frontiere mediche per la diagnosi ed il trattamento di questa patologia che colpisce l’1% di tutta la popolazione, e nel 60% dei casi si manifesta per la prima volta in età pediatrica. Diverse sono le forme di epilessia conosciute. Possono essere causate da una predisposizione genetica (molte sono le acquisizioni scientifiche importanti in questo senso), oppure da lesioni cerebrali particolari.
Spiega Federico Vigevano, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, tra i relatori e promotori del congresso:
“In passato molti casi di epilessia restavano senza la definizione di una causa precisa. Ma le cose sono fortunatamente cambiate. Ora, quasi ogni giorno vengono fatte nuove conoscenze sulle basi genetiche e sulle anomalie strutturali causa di epilessia. Nello stesso tempo le tecniche di registrazione video-EEG ci permettono di identificare l’area del cervello da cui originano le crisi. Tutto questo richiede un iter diagnostico molto accurato”.
Da qui anche le nuove possibilità terapeutiche. Quali? Sappiamo che esistono in molti casi dei farmaci utili per tenere sotto controllo questa malattia, purtroppo però non funzionano sempre e fino a poco tempo fa non sembravano esserci alternative. Grazie alla conoscenza del meccanismo d’azione dei vari principi attivi contenuti nei medicinali di base, nonché dei geni coinvolti nell’epilessia, è possibile un trattamento terapeutico mirato, sempre più specifico, a seconda del paziente e del tipo di epilessia. I risultati presentati a Roma sono incoraggianti: maggiore il successo delle cure raggiunto e minori gli effetti collaterali.
Nei casi più estremi di resistenza ai farmaci dell’epilessia, oggi si può intervenire anche con la chirurgia (casi da valutare di volta in volta col neurochirurgo): grazie all’impiego di moderne tecniche operatorie e all’utilizzo di strumentazioni sofisticate e di alta precisione, come il neuronavigatore (si utilizza anche per in trattamento di altre patologie neurologiche, ad esempio per il Parkinson).
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[Fonte: Opbg.net]