Un gruppo di ricercatori tedeschi dell’Istituto di genetica umana dell’università di Bonn, guidato da Regina Betz , ha scoperto il gene in grado di influenzare la crescita dei capelli. La notizia è stata pubblicata sulla versione on line di Nature Genetics . La scoperta è avvenuta grazie all’analisi di pazienti affetti da due tipi di patologie genetiche che influenzano la crescita dei capelli. La prima è la ipotricosi ereditaria simplex una malattia genetica che causa la perdita dei capelli sin dalla primissima infanzia (la caduta dei capelli, senza ricrescita, si verifica il più delle volte intorno al sesto mese di vita), la seconda è una rara patologia che comporta la crescita di capelli radi, lanosi e secchi.
Per entrambe le patologie è stata identificata una mutazione del gene P2RY5.
Il gene è situato sulle cellule dei follicoli piliferi e funziona come un vero e proprio interruttore per la crescita dei capelli, mostrandosi inattivo in caso di calvizie. Ma la vera buona notizia per tutte le persone affette da questo fastidioso problema, anche del tipo “comune”, è che la ricerca tedesca è stata integrata da uno studio compiuto negli Stati Uniti da Jerry Shapiro, professore di dermatologia alla University of British Columbia, e dalla collega Vera Price , delle vere e proprie autorità nel campo, che ha condotto alla individuazione di una molecola in grado di attivare il gene P2RY5 e favorire, di conseguenza la crescita dei capelli.
Il gene è situato sulle cellule dei follicoli piliferi e funziona come un vero e proprio interruttore per la crescita dei capelli, mostrandosi inattivo in caso di calvizie. Ma la vera buona notizia per tutte le persone affette da questo fastidioso problema, anche del tipo “comune”, è che la ricerca tedesca è stata integrata da uno studio compiuto negli Stati Uniti da Jerry Shapiro, professore di dermatologia alla University of British Columbia, e dalla collega Vera Price , delle vere e proprie autorità nel campo, che ha condotto alla individuazione di una molecola in grado di attivare il gene P2RY5 e favorire, di conseguenza la crescita dei capelli.
J.Shapiro e V.Price, impegnati da tempo nella ricerca e nella valutazione di principi attivi efficaci nella stimolazione della crescita dei capelli hanno trovato, nel corso di esperimenti condotti su cavie da laboratorio, che l’acido lisofosfatidico (LPA) è in grado di favorire la proliferazione di cellule epiteliali nel follicolo pilifero dei topi. Le due scoperte aprono quindi la strada a nuove possibilità terapeutiche nella cura della calvizie che potranno avvalersi di un approccio genetico e dell’utilizzo di molecole che risolveranno, è proprio il caso di dirlo, il problema alla radice!